Decreto burden sharing e distanza dagli obiettivi 2020

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Con l’approvazione del testo del decreto sul burden sharing, emergono impegni per le Regioni sul fronte delle energie rinnovabili al 2020 che risultano molto impegnativi, in particolare per le rinnovabili termiche. Quattro grafici elaborati da Qualenergia.it rimarcano i divari da coprire per il nostro paese e per la gran parte delle Regioni.

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Con l’approvazione del testo del decreto sul burden sharing previsto dal Dlgs. 28/2011 (vedi allegato), inviato alla Conferenza Unificata, emergono impegni per le Regioni sul fronte delle energie rinnovabili al 2020 piuttosto impegnativi, soprattutto nell’ambito delle rinnovabili termiche.
Secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, “questo nuovo testo è un vero e proprio strumento di programmazione energetica per le Regioni italiane, che adesso si troveranno a dover rispettare questi target, visto che il mancato raggiungimento comporterà il loro commissariamento, che seguirà un richiamo formale”. “Ma è importante capire – aggiunge Silvestrini – che queste cifre significano anche impegni specifici per futuri investimenti. A questo fine tutte Regioni dovranno recepire entro tre mesi nell’ambito dei loro Piani energetici questi obiettivi”.


Qualenergia.it ha rielaborato le tabelle presentate nel decreto per rendere graficamente più evidente quali siani i divari in termini percentuali delle diverse Regioni tra l’anno di riferimento e il 2020, nell’ambito delle rinnovabili elettriche, delle rinnovabili termiche e sul totale delle rinnovabili. Inoltre abbiamo realizzato un grafico che evidenzia il gap tra il 2012 e il 2020 dei consumi per tutte le rinnovabili (FER E+C).


Qui di seguito, il primo grafico, evidenzia gli incrementi richiesti in percentuale dei consumi regionali da rinnovabili elettriche e termiche al 2020 rispetto all’anno di riferimento. Come si può notare, a Veneto e Liguria spetta il compito più impegnativo, ma quasi tutte raddoppiare o triplicare il loro apporto da rinnovabili.



Il successivo grafico presenta gli incrementi richiesti solo per le rinnovabili elettriche (tra anno di riferimento e 2020).



Il grafico qui sotto presenta invece gli incrementi richiesti solo per le rinnovabili termiche (tra anno di riferimento e 2020). Si noti come qui gli obiettivi sono veramente distanti per il paese e per tutte le regioni.



L’ultimo grafico mostra la distanza tra l’anno 2012 e il 2020 per i consumi da tutte le fonti rinnovabili, elettriche e termiche.



A partire dal 2013 il Ministero dello Sviluppo Economico provvederà entro il 31 dicembre di ciascun anno alla verifica degli obiettivi. Dal 2015, in caso di inadempimento delle Regioni, il presidente del Consiglio (su proposta Mse) invierà un richiamo all’ente assegnando un termine minimo di 6 mesi per l’adozione dei provvedimenti necessari. Scaduto il termine scatterà il commissariamento per la durata di 6 mesi.


 


Si ringrazia per la rielaborazione grafica e statistica la Dott.ssa Francesca Sacchi (AzzeroCO2).


 

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