Niente detrazioni per l’efficienza nella Legge di Stabilità

Nel maxiemendamento alla Legge di Stabilità, approvato al Senato, non c'è traccia delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici. Intanto pare che il Governo "uscente" voglia fare una corsa contro il tempo per varare la gran parte dei decreti attuativi previsti dal Dlgs 28/2011 e già scaduti. Ma il tempo non c'è.

ADV
image_pdfimage_print

Nel maxiemendamento alla Legge di Stabilità, appena approvato al Senato (domani passerà invariato alla Camera) non c’è traccia delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici. La bozza del MSE, discussa nell’ultimo Consiglio dei Ministri, sulle novità per questo incentivo (Qualenergia.it, Proroga delle detrazioni fiscali con taglio delle aliquote?) è stata di fatto cancellata. Un’assurdità non prevederla, visto che si trattava di una misura che avrebbe potuto dare da subito respiro alla nostra sfiatata economia, con tecnologie ben presenti a livello industriale nel nostro variegato tessuto delle PMI. Da più parti si chiede che venga rimodulata, ma resa permanente almeno fino al 2020.

Dal 2006 la detrazione fiscale del 55% ha permesso di ottenere risultati significativi anche nell’ambito della creazione di posti di lavoro, quantificabili in alcune decine di migliaia di nuovi occupati (si veda qui , qui e qui per una quantificazione dei benefici economici). Si spera che il nuovo Governo, in carica forse tra domenica e lunedì, abbia in serbo un impegno forte per l’efficienza energetica per l’edilizia pubblica e privata, prorogando la detrazione fiscale, e proporla anche nei settori dei trasporti e dell’industria.

Forse qualcosa in extremis potrà saltare fuori in queste ore visto che sul fronte dei decreti attuativi che riguardano gli incentivi alle rinnovabili elettriche e termiche e pure l’efficienza energetica, previsti dal D.Lgs 28/2011, sembrerebbe che il Governo “uscente” voglia fare una corsa per vararne il numero maggiore. Come sappiamo (vedi ritardometro del Kyoto Club), molti di questi dovevano essere portati a termine entro la fine di settembre. Difficile credere che si possa fare, e bene, in due giorni quello che poteva essere fatto in circa 8 mesi!

Peraltro non pare ci sia accordo nei contenuti dei decreti ancora in bozza tra i Ministri dei ministeri competenti, quelli dello Sviluppo Economico, Ambiente e Agricoltura, ma anche dal punto di vista procedurale (coinvolgimento obbligatorio della Conferenza Unificata e dell’Autorità per l’energia) i tempi non ci sono.
Il buon senso dovrebbe far sì che questo Governo lasci la mano a quello ‘entrante’ anche su questa partita, tanto la nostra opinione su quanto abbia prodotto finora su questo terreno ce la siamo fatta.

ADV
×