L’integrazione delle rinnovabili? Primo ostacolo la burocrazia

Un paese con un grande potenziale in termini di energia rinnovabile, la cui integrazione nel sistema elettrico è però frenata soprattutto da barriere di tipo amministrativo. Il ritratto dell'Italia tracciato dal rapporto preliminare sull'integrazione in rete delle rinnovabili (Res Integration Study) destinato alla Commissione europea.

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Siamo un paese con un grande potenziale in termini di energia da fonti rinnovabili, la cui integrazione nel sistema elettrico è però frenata soprattutto da barriere di tipo amministrativo. E’ questo il ritratto dell’Italia tracciato dal rapporto preliminare sull’integrazione delle fonti rinnovabili (Res Integration Study) che Eclareon e Oko-Institut hanno redatto per conto della Commissione Ue (vedi allegato).


Il rapporto descrive le caratteristiche fondamentali del sistema elettrico italiano e in particolare lo sviluppo delle rinnovabili degli ultimi anni: se nel 1990 soddisfavano il 13,9% del fabbisogno elettrico lordo, nel 2010 sono arrivate a coprire il 19,4% (dati Eurostat 2011, i più recenti dati GSE parlano del 22,8% che diventa 20,1% senza considerare il saldo estero). A crescere di più, come ben sappiamo, eolico e fotovoltaico e specialmente nelle regioni meridionali.


E qui arrivano i problemi perché, fa notare il rapporto, le infrastrutture di rete in queste aree sono tradizionalmente deboli e ed è perciò necessario rafforzarle per permettere la connessione degli impianti ed espanderle per accogliere la futura generazione di produzione di energia pulita.


Sulle connessioni, riportano Eclareon e Oko-Institut, “in Italia le procedure sono abbastanza strutturate e dettagliate: le norme sono chiare e non ambigue in termini di responsabilità, procedure e scadenze. Nella pratica, però, le barriere amministrative per ottenere le autorizzazioni per i lavori di rafforzamento della rete posso causare lunghi rinvii prima della connessione. Anche a causa dell’ammontare estremamente elevato di richieste di connessione al gestore di rete.” Anche in termine di autorizzazione all’espansione della rete, continua il report, persistono gli stessi ostacoli: “data la lungaggine e la complessità delle procedure, non si riesce ad avere una soluzione ottimale a lungo temine per lo sviluppo della rete”.


Positivo invece il giudizio sull‘attività del gestore di rete e sugli investimenti programmati per stare al passo con la crescita delle rinnovabili,“ anche se – si legge – questa visione non è sempre condivisa dai produttori di energia rinnovabile”,.


Il rapporto Res Integration Study sull’Italia è uno dei 27 su altrettanti Paesi Ue redatti da Eclareon e Oko-Institut ed è stato messo ora in consultazione fino al 30 novembre. L’obiettivo dell’Unione Europea è arrivare a presentare la versione definitiva dei rapporti in un incontro pubblico che si terrà il 7 dicembre a Bruxelles.


Illavoro è stato redatto da Edoardo Binda Zane e Raffaele Piria di Eclareon e da Rebekka Frank e Dierk Bauknecht di Oko-Institut, che hanno intervistato diversi esperti e stakeholder del settore: Cosimo Campidoglio (Gme), Ettore Elia (Terna), Andrea Galliani (Autorità Energia), Alessio Improvolo (Wpd Italia), Riccardo Lama (Enel Distribuzione), Andrea Marchisio (Aper), Gennaro Niglio (Gse), Luciano Pirazzi (Anev), Salvatore Pugliese (A2A Reti Elettriche) e Andrea Zanolla (Assosolare).


Credit photo: Album di Terna SpA by Flickr

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