Industria FV 2012, overcapacity e investimenti a picco

La capacità produttiva dell'industria fotovoltaica mondiale è cresciuta più veloce della domanda e si prepara a frenare bruscamente. Se nel 2011 si investirà la somma record di 13,1 miliardi di dollari, nel 2012 gli investimenti crolleranno, calando del 45%. E la competizione si farà più dura. La previsione a breve termine di Solarbuzz.

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La capacità produttiva dell’industria fotovoltaica mondiale negli ultimi due anni è cresciuta più veloce della domanda, frenata quest’ultima da crisi e tagli agli incentivi in alcuni tra i mercati più importanti. E’ sovrapproduzione, overcapacity in inglese, magazzini pieni e prezzi che continuano a scendere. Secondo Solarbuzz, a fine anno la produzione di moduli sorpasserà la domanda di 4,4 GW e i prezzi scenderanno del 18% nel quarto trimestre del 2011 rispetto allo stesso periodo 2010. Ancora più accentuata l’overcapacity sarà nel 2012: alla fine dell’anno prossimo, considerati programmi attuali  delle industrie, saranno 22 i gigawatt fotovoltaici in eccesso (vedi grafico).


Quindi, per l’anno prossimo si presume che saranno quasi dimezzati gli investimenti nelle industrie che producono wafer, celle e moduli. La previsone è per che nel 2012 gli investimenti dell’industria FV calino del 45%. Nel mondo, prevede sempre Solarbuzz, saranno spesi 7,2 miliardi di dollari, il 45% in meno rispetto al record storico di 13,1 miliardi di dollari di quest’anno; e la discesa continuerà nel 2013.


Quasi metà degli investimenti del 2011 – spiega la società di consulenza – è stata dovuta ai nuovi “entranti” nell’industria, o ad aziende già operanti che cercavano di aumentare i ricavi aggiungendo nuova capacità produttiva. La maggior parte di questi investimenti però hanno dimostrato di essere eccessiva rispetto a quel che serviva per soddisfare la effettiva della domanda sul breve termine. Di quegli investimenti in capacità produttiva, secondo Solarbuzz, 6 miliardi di dollari, erano di troppo: ecco perché nel 2012 la spesa calerà così drasticamente e il calo si prolungherà anche nel 2013.


“Aspirazioni di ingresso rapido nel mercato o di guadagnarne quote da parte delle aziende con capitali azionari più bassi sono state il fattore chiave per il surplus di investimenti nel 2011. Ma anche il secondo ciclo degli investimenti nel film sottile ha visto quest’anno il suo picco. Si sono registrati ingenti capitali stanziati a favore di tecnologie FV di prossima generazione”, spiega Finlay Colville, Senior Analyst della società di consulenza (nel grafico sotto gli investimenti per tecnologie e per motivazioni).



Dopo aver avuto una crescita delle entrate tra il terzo trimestre del 2009 e il primo del 2011, nel secondo e terzo quarto di quest’anno gli investimenti nel fotovoltaico sono scesi lievemente. Nonostante la forte crescita anno su anno, +21%, sottolinea Solarbuzz, si inizia a vedere un drastico calo degli ordini, con una conseguente preoccupazione per la domanda e l’adeguatezza della capacità produttiva per il 2012.


Questa prospettiva poco allegra, è l’analisi di Solarbuzz, nel 2012 vedrà sopperire i produttori di celle meno competitivi anche al di là di Europa e Nord America.
Insomma, nell’industria del fotovoltaico la lotta sarà sempre più dura. D’altra parte, per avere un’idea della situazione, attualmente l’intera domanda mondiale di moduli FV (stima di Solarplaza) potrebbe essere soddisfatta solo con la produzione delle 10 aziende più grandi, mentre a livello mondiale sono circa 400 i produttori (Qualenergia.it, Fotovoltaico: prezzi in picchiata, sovrapproduzione e grid parity).


In sintesi: l’industria è cresciuta più veloce del mercato. Sono in troppi e troppo grandi a spartirsi la torta: si combatte a suon di prezzi ribassati e in questo periodo di crisi i meno competitivi restano a stomaco vuoto e spesso chiudono bottega.


Una consolazione è che sul medio-lungo termine la salute dell’industria non potrà che migliorare. Se infatti diversi e relativamente poco prevedibili sono i fattori che influenzeranno la domanda (prezzo del petrolio, incentivi, politiche in materia di emissioni), è invece certo che i costi del fotovoltaico continueranno a diminuire. Quando questa tecnologie sarà competitiva con le altre senza sussidi, e in Italia potrebbe succedere già nel giro di 3-4 anni (Qualenergia.it, Fra tre anni fotovoltaico meno caro dell’elettricità dalla rete e Fotovoltaico, è crollo dei prezzi. Quali effetti?), le prospettive di crescita saranno pressoché infinite: si pensi che le previsioni della International Energy Agency dicono che il solare fornirà il 10% dell’elettrictà mondiale nel giro di 10-20 anni e che attualmente siamo appena allo 0,5%. Non mancherà dunque certo lo spazio per crescere senza che nessuno resti soffocato.

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