Sistemi di accumulo, prima si realizzano meglio è

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Un parere per Qualenergia.it di G.B. Zorzoli sul documento integrativo di Terna al Piano di Sviluppo 2011, relativo ai sistemi di accumulo diffuso di energia elettrica. A parte alcuni numeri datati sulla diffusione delle rinnovabili, la proposta indicata di passare ai fatti su questo aspetto va accolta con favore. Importante è procedere rapidamente.

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Terna ha recentemente pubblicato un documento integrativo al Piano di Sviluppo 2011 che è relativo ai sistemi di accumulo diffuso di energia elettrica. Il documento, preparato da Terna secondo quanto indicato dal Dlgs 28/2011, definisce tra gli interventi previsti da Terna che vi siano appunto anche quelli relativi ai sistemi di accumulo dell’energia elettrica in modo da facilitare il dispacciamento della produzione da impianto non programmabili, come alcuni di quelli alimentati a fonti rinnovabili, soprattutto alla luce della rapida crescita di questi impianti nel nostro paese che hanno portato ad alcune criticità sulla rete. Alleghiamo in basso il documento di Terna e su richiesta dalla nostra testata pubblichiamo un parere di G.B. Zorzoli, presidente di ISES Italia, in merito al documento (vedi anche QualEnergia.it, Accumuli per la rete e moratoria per le ‘fastidiose’ rinnovabili).


 


Il documento di Terna relativo ai sistemi di accumulo diffuso di energia elettrica si basa su numeri per la diffusione delle rinnovabili, in parte datati: si afferma infatti che nel corso del biennio 2011-2012 saranno raggiunti 8.600 MW di fotovoltaico, mentre a metà ottobre 2011 abbiamo già superato 11.000 MW. Questa valutazione per difetto avvalora ancora di più la proposta di Terna di procedere in tempi brevi alla realizzazione di sistemi di accumulo dell’energia elettrica in grado di risolvere le congestioni di rete, livellare i picchi di energia, rendere rapidamente disponibili per qualsiasi evenienza riserve di energia fornire capacità di regolazione primaria della frequenza e risorse di bilanciamento del sistema elettrico, in modo da valorizzare al meglio il crescente apporto alla generazione elettrica da parte delle rinnovabili a ridotta programmabilità (e non, come vengono definite nel documento, non programmabili).


Correttamente il documento ricorda che l’accumulo può essere realizzato mediante impianti di pompaggio o batterie elettrochimiche. Entrambe le soluzioni saranno quasi certamente necessarie, ma alcune delle prestazioni descritte da Terna meglio si attagliano alle seconde, come emerge d’altronde in più di un passaggio del testo, anche perché in tal caso non solo i tempi (autorizzativi e di realizzazione) sono molto più rapidi,  ma esistono anche maggiori gradi di libertà nella localizzazione dell’accumulo, non vincolato da particolari condizioni orografiche.


Non è mai gradevole citarsi, ma proprio nel numero di settembre-ottobre di QualEnergia (Reti elettriche e accumulo, il paradigma che cambia) ho definito un cambio di paradigma l’introduzione nel sistema elettrico di tecnologie di accumulo, mettendone in luce sia i vantaggi tecnici, sia le positive ricadute economiche. Insomma una soluzione in prospettiva obbligata, che tuttavia non rappresenta soltanto un costo.


La proposta di Terna di passare dalle parole ai fatti va quindi accolta con favore. Non entro nel merito della querelle fra il gestore della rete e i produttori elettrici, che oramai si è allargata ad altri soggetti (ad esempio il Tavolo della domanda di Confindustria). Visto che il governo direttamente o indirettamente è azionista di riferimento di Terna e del maggiore fra i produttori elettrici (Enel), ha in mano gli strumenti non solo politici per decidere chi deve fare che cosa. Importante è che si proceda senza indugi alle prime realizzazioni di accumuli, unico modo – fra l’altro – per verificare in concreto quali sono le soluzioni più promettenti per prestazioni e costi; e lo si faccia avendo come obiettivo prioritario le convenienze per il paese in termini economici, ambientali, di sviluppo di nuove attività produttive.


Ricordo soltanto che alcuni degli interventi polemici parlano a suocera perché nuora intenda, con l’obiettivo, non dichiarato, di mettere un freno allo sviluppo delle rinnovabili. E’ il caso, ad esempio del Tavolo della domanda, che in linea di principio non dovrebbe propendere per l’uno o l’altro dei contendenti, invece si schiera contro Terna e, per evitare il ricorso all’accumulo, propone di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili. Soluzione, guarda caso, che aumenterebbe già oggi, e ancor più in prospettiva, i profitti di chi produce energia elettrica da combustibili fossili.


E le prospettive di innovazione tecnologica e produttiva che l’adozione di accumuli favorirebbe? La funzione anticiclica degli investimenti nelle rinnovabili? L’ambiente?


“Messer Ludovico, dove mai avete trovato tante corbellerie?”.

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