Una nuova tassa sugli impianti a fonti rinnovabili. La denuncia di Anev

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Un emendamento al ddl 'Nuove disposizioni in materia di aree protette' prevede una serie di ulteriori oneri per i produttori di energia da rinnovabili. Si rischia blocco degli investimenti e caro bolletta.

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Aumenti del prezzo dell’energia, norme ‘duplicate’, oneri eccessivi sulle aziende: questi gli effetti di un emendamento (2.0.300) al ddl ‘Nuove disposizioni in materia di aree protette’ che lamenta l’ANEV (Associazione nazionale energia dal vento) in un’audizione presso Commissione Ambiente del Senato.


L’emendamento determinerebbe – secondo Anev – una serie di oneri ulteriori per i produttori di energia da rinnovabili che peseranno inevitabilmente sul consumatore, attraverso incrementi del prezzo dell’energia e delle tariffe di trasporto. Inoltre, va nella direzione del ripristino della naturalità, che in realtà è già tutelato da norme esistenti, mediante l’imposizione di specifici obblighi per i gestori di impianti a fonte rinnovabile. Infine, il livello degli oneri derivanti da imposte e simili ha già raggiunto punti critici: il 44% in termini di sole Ires e Irap per l’anno d’imposta 2011; è un valore che spaventerebbe qualsiasi investitore, italiano o estero.


La nuova prestazione, secondo il testo del provvedimento, sarebbe corrisposta all’ente di gestione dell’area protetta, a titolo di contributo alle spese per il recupero ambientale e della naturalità per quei soggetti titolari di impianti a fonte rinnovabile presenti nel territorio di area protetta o in aree contigue.


Un altro aspetto centrale evidenziato dall’ANEV è quello che nel caso di impianti a fonte rinnovabile da costruirsi in aree protette o contigue, uno dei passaggi per l’ottenimento dell’autorizzazione unica è rappresentato dalla richiesta del parere dell’Ente che gestisce l’area. Il parere finale dell’Ente sarà influenzato da valutazioni, non secondarie, legate all’effetto finanziario sul bilancio dell’Ente stesso. Si inserisce in definitiva, secondo ANEV, un elemento di valutazione, quello monetario, che contrasta con la tutela degli obiettivi per i quali l’Ente stesso è stato creato.

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