Il fotovoltaico off-grid che si ricarica come un cellulare

Non richiede investimenti iniziali ma si paga man mano che si usa, ricaricando con prepagate, come si fa con i cellulari. Si chiama IndiGo ed è un sistema fotovoltaico off-grid sposato ad un nuovo modello di business. Enorme il potenziale: oltre 1,6 miliardi di persone non hanno acceso all'elettricità e denaro per acquistare i pannelli.

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Un sistema fotovoltaico off-grid che non richiede alcun investimento iniziale ma che si paga man mano che si usa, ricaricando con carte prepagate, come si fa con i telefoni cellulari. Si chiama IndiGo ed è un prodotto/modello di business con un potenziale enorme: secondo i dati della Banca Mondiale sono oltre 1,6 miliardi le persone che non hanno acceso all’elettricità, oltre un quinto della popolazione mondiale. Famiglie che nella maggior parte dei casi contano su combustibili come il kerosene per avere l’illuminazione o far andare piccoli generatori e per cui sarebbe una barriera insormontabile l’investimento iniziale per acquistare un sistema fotovoltaico off-grid (cioè quelli non collegati alla rete e provvisti di una batteria per accumulare l’elettricità).

Ad avere l’idea di IndiGo è stata l’azienda britannica Eight19, spin off della Cambridge University il cui nome viene dal tempo impiegato dalla luce per arrivare dal sole alla terra. Sappiamo che nel mondo l’elettricità è un bisogno sempre più essenziale, specie con la diffusione massiccia dei telefoni cellulari: già in commercio ci sono vari prodotti pensati per chi non ne ha accesso, come caricatori o lampade fotovoltaiche o kit stand-alone. Prodotti i cui costi però scoraggiano l’acquisto da parte di chi ne avrebbe bisogno. E qui si apre lo spazio per un modello di business come quello pensato da Eight19.

Il loro IndiGo è un pannello low-cost, fatto con fotovoltaico organico e con batteria integrata. Viene fornito assieme a un caricatore universale per cellulari, a una lampada a led e a due carte prepagate gratuite, che valgono per due giorni di elettricità. IndiGo infatti funziona tramite ricariche simili a quelle del traffico telefonico per i cellulari: si compera la prepagata, si gratta e si comunica il codice via sms, a quel punto si riceve un codice di risposta che, digitato sul tastierino del dispositivo lo farà funzionare per un periodo di tempo, finito il quale si dovrà ricaricare nuovamente (in questo video, in inglese, il funzionamento).

“L’energia solare offre benefici enormi dal punto di vista economico, sociale e sanitario ai più poveri”, spiega Steve Andrews, di Solar Aid, ong che sta collaborando con Eight19 alla diffusione di IndiGo. Facile infatti capire i vantaggi che IndiGo può portare alle comunità rurali tagliate fuori dal sistema elettrico sparse nei paesi poveri: senza investimenti iniziali si può avere energia pulita, sostituendo fonti di illuminazione come il kerosene, responsabile di inquinamento e problemi sanitari, e che dà una qualità luminosa molto peggiore rispetto ad una lampada a led. Si può ricaricare il cellulare in casa evitando magari ore di cammino per raggiungere il punto di ricarica più vicino, si può lavorare e studiare più ore al giorno grazie all’illuminazione; infine, volendo si può dotarsi di un accesso a internet.

Ma le opportunità potrebbero essere grandi anche in termini di business per chi produce e gestisce i dispositivi. Eight19 sembra aver avuto una grande intuizione nel trovare il modo giusto per riuscire a fornire il servizio ad una fetta di mercato enorme e in espansione.

Resta da vedere se il progetto troverà i finanziamenti iniziali per decollare: entro fine anno l’azienda ha annunciato una ricapitalizzazione da 10 milioni di sterline per prendere lo slancio necessario a buttarsi sugli enormi mercati dei paesi emergenti. Per ora IndiGo si sta introducendo in Kenya, poi, fra tre mesi, sarà la volta di Zambia, Malawi e India. Nel corso del 2012 la piena commercializzazione.

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