Come affrontare i tempi oscuri della crisi globale

Un breve documento realizzato da diversi studiosi e professori universitari anglosassoni spiega perché bisogna attrezzarsi per un futuro in cui crisi economica, climatica ed energetica, tra loro connesse, renderà illusorie la teoria della crescita illimitata. Dalle bugie della politica e dell’economia alla creazione di una comunità più autentica.

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Siamo da oltre un mese dentro al vortice di indici di Borsa a picco, spread sui titoli di Stato che fanno sussultare i governi, rapporti debito/Pil che preoccupano, un frullatore di notizie da cui usciremo più confusi di prima e forse più poveri. I Governi più pragmatici cercano bene o male dei rimedi, quelli arruffoni come il nostro rischiano di trascinare nel baratro un paese. Gli uni e gli altri però non ci dicono chi è il vero “mandante” di tutto questo e ci assicurano che se ne uscirà.

Di questa contraddizione o di falsa narrazione si parla in un breve pamphlet realizzato da diversi studiosi e professori universitari anglosassoni, sotto il nome di Community Action Partnership, che ha un titolo emblematico: “Affrontare la nuova realtà: preparare l’America povera per tempi più difficili” (vedi allegato in basso – in inglese). Quello che questo documento vuole confutare sono le bugie che la politica e molto esperti fanno passare per credo popolare degli americani, ma potremmo dire anche nella vecchia Europa. Alcuni esempi: che gli Usa si riprenderanno completamente da questa forte ma temporanea recessione, che abbiamo sufficiente capacità di rifornirci di carbone, gas naturale, nucleare per soddisfare i nostri bisogni per le prossime decadi, che la nostra economia tornerà a crescere e manterrà questo trend nel futuro, che sono a portata di mano le soluzioni dei problemi energetici e climatici grazie alla tecnologia, che l’agricotura tradizionale continuerà a nutrire la nazione e il resto del mondo e che la prosperità americana risolverà la crisi del debito e porterà a più elevati standard di vita per tutti.

Questo futuro promettente non è però suffragato dai fatti ed è considerato dagli autori una finzione che se è certamente di utilità per alcuni interessi particolari, non fa che distogliere l’opinione pubblica dalla ricerca delle soluzioni necessarie per affrontare i più concreti e urgenti bisogni e per preparare la società alle future sfide economiche, sociali e alla scarsità delle risorse, in una parola sola al rischio della povertà diffusa. Questa non sembra certo una visione peregrina si pensa a come in tutte le società industrializzate la ricchezza si stia ormai concentrando in pochissime mani e che la classe media tende ad evaporare, la povertà a crescere.

Qual è allora la nuova realtà in cui siamo probabilmente già immersi? Tre sono le cause che la determineranno secondo lo studio: esaurimento delle risorse, cambiamenti climatici e tumulti economici, tutti aspetti che interagiranno sempre di più tra loro e influenzeranno profondamente la nostra esistenza.

Dalla crisi globale del 2008 nulla è stato fatto per cambiare il corso delle cose e le crisi si stanno ripresentando con maggiore intensità. Ad esempio l’enorme valore economico di strumenti finanziari come i derivati continua a non avere alcun collegamento con la reale ricchezza di beni e servizi, soprattutto mentre iniziano a esserci i primi intensi segnali dei limiti della crescita. Dunque, il sistema finanziario, che dipende fortemente da questa continuo incremento del Pil rischia un duro impatto con i limiti della crescita che chiameremo “fisici” e sarà destinato ad un tracollo che si porterà con sé gravi conseguenze per tutti: inflazione, deflazione, contrazione dell’economia, tagli nel welfare e via dicendo.

Autori come Dmitry Orlov, David Reid, Peter Kilde, Richard Heinberg, affrontano in questa analisi oltre al quadro macroeconomico, altri aspetti chiave del prossimo futuro: occupazione, cibo, sanità, abitazioni, sicurezza, educazione, trasporti, coesione sociale, comunicazione e cultura. In questo documento si parla di energia, di picco del petrolio, del futuro dei trasporti e dell’edilizia, ma soprattutto di come attrezzarsi per un futuro diverso da quello in cui molti vorrebbero credere e come creare ciò che in questi pochi decenni, caratterizzati dall’abbondanza, si è perso: il senso di una nuova e più autentica comunità.

Consigliamo questa lettura e questa visione, che alcuni giudicheranno catastrofista e altri vedranno in maniera scettica, non solo per il momento storico che stiamo attraversando e per una interpretazione finalmente diversa della realtà, ma anche perché riteniamo che queste tesi dovrebbe essere un terreno di profonda e costante riflessione per tutti coloro che operano e ragionano su tematiche di lungo respiro come quelle energetiche e climatiche.

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