Eolico, sarà gonfiabile la turbina del futuro?

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Arriva da Israele un nuovo aerogeneratore che promette costi dimezzati e maggiore efficienza. Si tratta di una turbina eolica gonfiabile realizzata in materiale leggero e flessibile. L’azienda che l’ha ideata si dice pronta all’industrializzazione. Ma a uno sguardo tecnico la tecnologia non convince completamente.

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Nell’ambito delle rinnovabili capita spesso che nuove tecnologie, cercando di aumentare l’efficienza di produzione, promettano vere e proprie rivoluzioni. Questa volta l’idea viene da Israele e si presenta come la tecnologia del futuro nell’ambito dell’energia dal vento. A ben guardare, però, potrebbe avere qualche limite. Si tratta di una turbina eolica gonfiabile realizzata in materiale leggero e flessibile.


Eli Kliatzkin, Ceo di Winflex, l’azienda che l’ha ideata e che sta per metterla in produzione, spiega a QualEnergia.it i vantaggi di questa tecnologia: “Il design di queste turbine, grazie all’uso di un rotore leggero, ci consente di produrre energia a basso costo. Per la prima volta l’eolico va al di sotto del punto di grid parity. Queste turbine, con un sistema di imbardaggio molto più semplice di quelle convenzionali, possono essere usate anche per generatori di grossa taglia”.


Secondo l’azienda i costi si ridurrebbero della metà mentre l’efficienza aumenterebbe di circa il 30%. I bassi costi di manutenzione e l’alta efficienza consentirebbero di raggiungere tempi di ritorno dell’investimento pari a 3-5 anni contro i 7-10 degli impianti tradizionali (qui la tabella con i dati forniti da Winflex).


Finora l’azienda ha sviluppato due modelli, realizzati a scopo dimostrativo, uno da 10 kW e uno da 200. Quest’ultimo è stato per due anni connesso alla rete elettrica israeliana e sembra abbia dimostrato di funzionare. Intanto è in fase di studio una macchina da 1 MW. “Il principale obiettivo della nostra azienda è di entrare nel mercato degli impianti di grossa taglia – prosegue Kliatzkin – Al momento stiamo iniziando il processo di industrializzazione di turbine di media taglia, mentre il progetto da 1 MW dovrebbe partire nel 2012. In questi giorni stiamo anche innalzando una turbina nel nord Israele che sarà usata come sito di sperimentazione e sarà parte del processo di industrializzazione. Siamo pronti a partire con l’industrializzazione e produrremo turbine di differenti taglie a seconda delle esigenze dei vari clienti con cui avremo a che fare. La commercializzazione sarà il passo successivo: inizieremo con piccole quantità per poi avviare una produzione su larga scala, con lo sguardo rivolto al mercato europeo e americano”.


Winflex sta inoltre collaborando con il Ministero delle Infrastrutture israeliano nell’ambito di un programma di sviluppo delle rinnovabili. Lo scorso novembre la compagnia è rientrata tra i cinque vincitori del premio Ecomagination promosso da GE per i progetti più innovativi nell’ambito delle energie rinnovabili.


Ma, vista dall’occhio di un tecnico, la tecnologia non sembra ancora matura. Abbiamo chiesto un parere a Luciano Pirazzi, segretario scientifico dell’ANEV che si è detto diffidente: “Innanzitutto mi sembra che l’azienda sul suo sito internet sia vaga e non fornisca sufficienti informazioni per poter dire che il prodotto sia pronto per l’industrializzazione. Inoltre i dati che forniscono nei raffronti con le tecnologie convenzionali sono sbilanciati: indicano costi più alti del reale per l’eolico tradizionale e rendimenti che sembrano troppo alti per il loro prodotto. L’idea è interessante e sicuramente la possibilità di utilizzare materiali leggeri potrebbe costituire un vantaggio, ma resta qualche perplessità. Per esempio il sistema dei guy wires, i cavi che sostengono la torre: si usava nei vecchi sistemi ad asse verticale, ma ha lo svantaggio di non consentire l’utilizzo del suolo intorno alla macchina e non si presta all’uso in grandi parchi eolici”.


Per quello che riguarda le nuove tecnologie, gli israeliani sono spesso all’avanguardia e si distinguono per intraprendenza. Forse questa turbina gonfiabile non sarà la tecnologia del futuro, ma può valere la pena tenerla sotto’occhio per capire cosa succederà nei prossimi anni.

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