Posizione IFI sul premio del 10% per il FV ‘made in Europe’

  • 14 Luglio 2011

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Filippo Levati, presidente dell'IFI, associazione di categoria dei produttori di FV italiano, è soddisfatto per la disciplina del premio del 10% prevista dal nuovo conto energia sui prodotti made in Europe, ma ritiene insoddisfacenti alcune aspetti della normativa che rischiano di non favorire il settore nazionale.

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Filippo Levati, presidente di IFI, il comitato che riunisce l’80% delle aziende del fotovoltaico che producono in Italia, si è detto soddisfatto per come è stato definito il calcolo del premio per il prodotto fotovoltaico made in Europe definito dal quarto Conto Energia, perché la maggiorazione dell’incentivo consentirà all’industria del fotovoltaico italiana di fare piani di sviluppo di più lungo periodo.


Una prima critica arriva però sugli organismi preposti alla certificazione del prodotto che nelle specifiche tecniche solo circoscritti a quelli che appartengono all’ IECEE. Vengono esclusi quindi quelli con accreditamento EN 45011, quelli rilasciati dai principali enti di accreditamento italiani.


Perplessità anche sui della norma transitoria che attribuisce il premio anche a moduli in silicio cristallino extra Ue che contengano parti sostanziali (silicio, wafer e celle) di origine comunitaria. Per Levati è una disposizione di difficile applicazione perché gli strumenti per verificare se il silicio è stato raffinato in Europa o sapere dove sono state fabbricate le celle sono scarsi.


“Inoltre – spiega il presidente IFI – potrebbero essere sollevate eccezioni rispetto alle disposizioni vigenti in termini di dichiarazione di origine delle merci applicate all’interno della stessa UE, senza considerare il potenziale rischio di vanificare la vera natura fondante del provvedimento che, nella nostra interpretazione della volontà del legislatore, dovrebbe generare un volano per favorire selettivamente lo sviluppo industriale e l’innovazione produttiva sul nostro territorio”.

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