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Dieci mosse per una strategia ‘rifiuti zero’

Capire come gestire i rifiuti, prevenirli e farli diventare una risorsa. Un utilissimo libricino di Altreconomia, “Zero Rifiuti”, passa in rassegna una serie di soluzioni, approcci e pratiche individuali e collettive per ridurli e riutilizzarli. Si parte da una strategia più generale costituita da 10 passi che potrebbero rivoluzionare la nostra insostenibile economia.

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Quando in una comunità il 75% del problema della gestione dei rifiuti è risolto, la parte che resta può essere considerata come causata da un “errore di progettazione” delle imprese. E’ per questo che esse dovranno responsabilizzarsi per innovare un sistema produttivo oggi insostenibile. Ma per arrivare almeno a questo 75% e oltre c’è tanto da fare, da parte degli enti locali così come da parte dei cittadini. La situazione disastrosa di Napoli e le crisi che potrebbero verificarsi a breve in piccoli e grandi centri italiani, richiedono razionalità, consapevolezza, rapidità d’azione e soprattutto il coinvolgimento di tutti.


Per capire cos’è un rifiuto, come gestirlo e come può diventare una risorsa anziché un problema, ci aiuta “Zero Rifiuti”, un libricino (104 pp.), pubblicato da Altreconomia e curato dalla giornalista e scrittrice Mariella Correggia, ricco di spiegazioni, soluzioni innovative, approcci e pratiche individuali e collettive per ridurre o azzerare gli scarti e sostituire oggetti di vita breve con beni durevoli. Le parole d’ordine del libro sono riciclare e prevenire i rifiuti, cambiando al tempo stesso anche l’economia.


Possiamo dire che tutta l’impalcatura di questo utilissimo tascabile è basata su 10 step o mosse, esposta più volte da Paul Connet, il guru americano della strategia “rifiuti zero”, anche recentemente presso la Commissione per la sostenibilità ambientale dell’ONU. Vediamo quali sono i 10 punti chiave di questa strategia.


Prima mossa: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non è un problema tecnologico, ma organizzativo dove il “valore aggiunto” non è quindi la tecnologia ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare.


Seconda mossa: organizzare una raccolta differenziata porta a porta. L’unico sistema efficace di raccolta differenziata in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Il sistema migliore è quello dei ‘magnifici 4’. Quattro contenitori per quattro tipologie di flusso di scarti: organico, carta, multi materiale (vetro, metallo, lattine, plastiche), frazione non riciclabile. Il ritiro va previsto secondo un calendario prestabilito.


Terza mossa: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.


Quarta mossa: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio per recuperare e valorizzare i materiali cartacei, i metalli ferrosi e non ferrosi, il vetro, le plastiche.


Quinta mossa: iniziative per la riduzione alla fonte dei rifiuti con la diffusione dell’autocompostaggio familiare, con la sostituzioni delle stoviglie e bottiglie di plastica nelle mense pubbliche dove utilizzare acqua di rubinetto, con la sostituzione dei pannolini usa e getta con pannolini riutilizzabili, introduzione e diffusione di sistemi alla spina nella vendita di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione dei sacchetti di plastica con borse riutilizzabili per la spesa.


Sesta mossa: realizzazione di centri per la riparazione, il riutilizzo, la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, porte, finestre, materiali in legno, in ceramica e manufatti edilizi vengono riparati, riutilizzati e venduti.


Settimana mossa: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva dei rifiuti non riciclabili inviati a raccolta/smaltimento.


Ottava mossa: a ) realizzazione, possibilmente in fronte discarica, di un impianto di selezione e recupero dei rifiuti residui in modo da recuperare ancora materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, impedire che materiali tossici possano essere inviati nella discarica transitoria e per stabilizzare la frazione organica residua  eventualmente sottoposta anche a recupero energetico attraverso la digestione anaerobica. b) realizzazione di un “Centro di ricerca Rifiuti Zero” situato tra l’impianto di recupero e selezione e la discarica con gli scopi di studio del residuo e di riprogettazione industriale.


Nona mossa:  il “Centro di ricerca Rifiuti Zero” attiva una serie di sinergie con gli altri aspetti della sostenibilità ambientale quali il risparmio e il recupero energetico tramite digestione anaerobica, la promozione dell’agricoltura biologica attraverso l’impianto di produzione di compost e il ricorso ai prodotti derivanti dalla filiera corta, della bioarchitettura, attraverso le pratiche di risparmio energetico e del riutilizzo di manufatti derivanti dalla decostruzione degli edifici.


Decima mossa: raggiungimento entro il 2020 dell’azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti zero si colloca oltre il riciclaggio dei rifiuti.


Dentro queste linee guide, sono illustrati dal libro di Altreconomia molti consigli, buone pratiche già realizzate e individuate nuove opportunità di creare imprese locali e occupazione nel settore.


Per richiedere “Zero Rifiuti“: Altreconomia

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