Saper leggere l’etichetta energetica degli elettrodomestici

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Tra una classe energetica e l'altra, l'uso di un elettrodomestico può comportare risparmi economici anche molto significativi. La nuova etichetta energetica per gli elettrodomestici, obbligatoria dal dicembre 2011, è già applicata su molti prodotti. Impariamo a leggerla e a valutare in maniera più consapevole i nostri acquisti.

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Sono passati i tempi in cui per scegliere un frigorifero bastava assicurarsi che raffreddasse abbastanza. Oggi il consumatore vuole saperne di più, e tra le caratteristiche del suo potenziale nuovo elettrodomestico, ciò che molti acquirenti guardano con più attenzione sono i consumi energetici, che si traducono anche in maggiori o minori risparmi.


Per questo è molto importante saper leggere bene la nuova etichetta energetica per gli elettrodomestici, obbligatoria per legge dal dicembre 2011, ma già presente nella maggior parte dei prodotti in commercio. La nuova etichettatura europea è stata introdotta lo scorso febbraio, perché la vecchia era tarata su classi energetiche nel frattempo diventate obsolete (vedi anche Qualenergia.it, Le nuove etichette energetiche adottate a livello europeo.


In particolare, le classi più basse (E, F e G) sono diventate nella pratica inesistenti. La nuova etichetta, fornita dai produttori a titolo gratuito ai loro rivenditori, va chiaramente esposta sugli apparecchi. Gli elettrodomestici che devono averla sono: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie e televisori.


Ma come va letta l’etichetta energetica? Come si vede a fianco, per un condizionatore, le frecce colorate indicano i prodotti, divisi a secondo della loro efficienza energetica: verde scuro per l’alta e rosso per la bassa (vedi anche esempio di etichetta generico dell’UE)..


Vengono aggiunte tre classi alla scala che va da A a G: A+, A++ e A+++, dove quest’ultima è la più virtuosa, e di recentissima introduzione, tanto che sono ancora pochi i modelli in commercio con questa classe di efficienza. Per intendersi, tra la lettera A e la A+++ c’è circa il 50% di differenza in termini di efficienza energetica.


La classificazione si basa sui valori dell’Indice di Efficienza Energetica (Energy Efficiency Index – EEI), che rappresenta il rapporto tra il consumo annuale dell’apparecchio e il consumo standard di un modello simile di riferimento. EEI quindi rappresenta un valore percentuale.


L’etichetta deve naturalmente contenere il nome del produttore o del marchio e l’identificazione del modello. Ci sono poi piccoli simboli grafici, che servono a indicare prestazioni e caratteristiche particolarmente interessanti per ogni prodotto: rumore in decibel, consumi di acqua in litri, consumi di elettricità in kWh annuali.


Nell’etichetta si trovano anche caratteristiche specifiche a secondo del prodotto. Per i frigoriferi viene indicata la capacità di conservazione e di congelazione in litri; per la lavastoviglie i consumi energetici e di acqua annuali (basati su 280 cicli di lavaggio standard, mentre per le lavatrici lo stesso calcolo è basato su 220 cicli di lavaggio standard). In particolare, le lavabiancheria con una capacità di carico superiore ai 3 kg devono avere efficacia di lavaggio in classe A.


Basta fare due calcoli e capire come la scelta di un elettrodomestico piuttosto che un altro possa far risparmiare al consumatore cifre interessanti (vedi scheda sui consumi energetici per classi – pdf). Ad esempio, consideriamo per le bollette elettriche residenziali un costo al kWh di 16-17 centesimi di euro, e prendiamo ad esempio le abitudini medie utilizzate per calcolare le diverse classi energetiche.


Un frigorifero A++ può costare in bolletta poco meno di 30 euro, mentre lo stesso elettrodomestico di classe B, comporta una spesa di 64 euro all’anno, che si trasformano in 100 € con una classe D. Nel caso delle lavatrici, si passa da poco meno di 40 euro in classe A alle 72 della classe E; mentre tra un condizionatore con un potere di raffreddamento di 5,7 kWh, si passa dai 117 € della classe più efficiente (AA) ai 175 della classe D, quando non molto di più.


Purtroppo, va anche detto che le categorie di efficienza energetica indicate non sono sempre completamente veritiere, come dimostra il test europeo denominato “progetto Atlete”, presentato lo scorso aprile e che ha vagliato 80 modelli tra frigoriferi, combinati e congelatori prodotti da 40 aziende.


Le prove di laboratorio hanno verificato l’attendibilità delle voci riportate sull’etichetta. Sul consumo energetico annuo è stata rilevata una differenza del 15% tra il dichiarato e il misurato. Oltre questa forbice di differenza, il prodotto veniva dichiarato non conforme. Addirittura il congelatore Indesit Tza1 aveva “meritato” il declassamento dalla fascia A alla B. Secondo il progetto Atlete, solo il 44% degli apparecchi è risultato conforme alla propria classe energetica, sulla base dei cinque parametri previsti nell’etichetta e presi in considerazione:



  • efficienza energetica dichiarata

  • consumo di energia

  • volume netto

  • capacità di congelamento

  • tempo di risalita della temperatura. 

Fortunatamente, se si considerano solo i primi due fattori, efficienza e consumi energetici, la percentuale sale all’80%. In ogni caso, dai test Atlete i risultati appaiono migliori per i marchi europei rispetto a quelli asiatici. 


Quindi, quando acquistiamo un elettrodomestico, teniamo sempre un occhio aperto sui consumi energetici.

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