Nucleare e sicurezza energetica, in Francia rischio carenza di elettricità in estate

Nucleare vuol dire sicurezza energetica? Anche quest'estate, avverte il gestore di rete francese, se ci sarà caldo e siccità, in Francia si avrà troppa poca elettricità.

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Nucleare vuol dire sicurezza energetica? Chiedetelo ai francesi che sull’atomo hanno scommesso tutto. Anche quest’anno in estate probabilmente avranno problemi di approvvigionamento di elettricità, la  causa è sempre la stessa: caldo e siccità riducono la portata dei fiumi che dovrebbero raffreddare i reattori, impedendo di farli funzionare a pieno regime. In più quest’anno si dovrà fare i conti con il mancato import dalla Germania, dove come sappiamo 8 centrali nucleari sono state staccate.


E’ quanto si legge in un rapporto dell’operatore della rete RTE, presentato ieri (vedi allegato) in cui si avverte che in caso di temperature superiori di 7° C alla media stagionale verranno a mancare 11.300 MW, con un conseguente fabbisogno di importazione alla punta fino a 8.000 MW.


La situazione dipinta da RTE sembra coerente con quanto denunciato qualche settimana fa dall’associazione Observatoire du nucléaire. A fine maggio erano circa 30 i dipartimenti francesi alle prese con l’emergenza siccità. Se la penuria d’acqua dovesse proseguire, si denunciava, 44 dei 59 reattori nucleari  francesi potrebbero essere costretti a interrompere la loro attività in via precauzionale, costringendo la Francia a razionare anche l’energia.


Secondo l’osservatorio nucleare, l’acqua necessaria al funzionamento delle centrali a fine maggio era già in 22 casi appena sufficiente, anche perché le norme nazionali impongono all’Ente di Stato per l’Elettricità di rispettare standard che impediscano alterazioni degli ecosistemi fluviali. Sulla Loira, ad esempio, quando la portata scende sotto i 60 metri cubi al secondo in caso di alte temperature, i quattro impianti, che attingono dal fiume tra i 3 e i 10 metri cubi al secondo devono diminuire i loro prelievi per mantenere un livello d’acqua accettabile.


“E’ una situazione che purtroppo fa aumentare il rischio di incidente – sottolinea Stephane Lhomme, candidato ambientalista nel 2012 e presidente dell’Osservatorio nucleare – quando si ferma un reattore bisogna comunque proseguire l’attività di raffreddamento e dunque l’acqua è indispensabile”.

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