Il dottor Scotti e i rifiuti al posto delle biomasse

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Rifiuti, anche pericolosi, bruciati al posto di scarti agricoli. Tutto approfittando dei generosi incentivi per la produzione da biomasse, intascati corrompendo funzionari del Gse. E' di ieri la notizia dell'arresto di Angelo Scotti, il “dottor Scotti” dell'omonimo riso.

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Rifiuti, anche pericolosi, bruciati al posto di biomasse pulite. Tutto approfittando dei generosi incentivi, intascati corrompendo funzionari del Gse.  E’ di ieri la notizia dell’arresto di Angelo Scotti, il “dottor Scotti” dell’omonimo riso. Ora  ai domiciliari, l’amministratore delegato di Riso Scotti e vicepresidente di Riso Scotti Energia, la società creata per vendere l’elettricità prodotta da un impianto a biomasse, è accusato di corruzione, frode a ente pubblico, frode in forniture pubbliche e traffico di rifiuti. Nell’ambito della stessa inchiesta, raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare anche tre funzionari del Gse, che come sappiamo gestisce gli incentivi alle rinnovabili.


L’impianto della riso Scotti Energie avrebbe dovuto produrre elettricità a partire dagli scarti del riso, invece bruciava rifiuti anche pericolosi, dai fanghi di depurazione agli imballaggi. Il Gse in seguito ai controlli aveva comminato una sanzione da 7 milioni di euro al gruppo, dopo il sequestro dell’inceneritore: per non pagarla, sostengono gli investigatori di Milano, Scotti avrebbe corrotto funzionari di vario livello del Gse con tangenti per 115mila euro.


La vicenda è ben raccontata in questo articolo del Sole 24 Ore, che riporta quasi integralmente il comunicato degli inquirenti.

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