Teleriscaldamento solare ai blocchi di partenza

Il settore del solare termico italiano nei prossimi anni dovrà realizzare sistemi di grande taglia come quelli integrabili nelle reti di teleriscaldamento. Nell'ambito di un progetto europeo al via i primi studi di fattibilità di Solar District Heating intrapresi da due utility pioniere, HERA e Geo Energy Service. Un articolo di Riccardo Battisti.

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Dal singolo impianto per acqua calda sanitaria ai sistemi combinati che producono energia anche per il riscaldamento degli ambienti. Dall’impianto combinato all’impiego nei condomini, nelle strutture ricettive e perfino nelle industrie. Per arrivare, poi, al “solar cooling”. Quale sarà la prossima frontiera per l’applicazione del solare termico?


La Direttiva Europea sulle rinnovabili (28/2009) e il relativo decreto legislativo di recepimento a livello nazionale (28/2011) ci “costringono” a pensare in grande. Il solare termico deve dare un contributo sui consumi finali di energia pari a 1,6 Mtep/anno al 2020, corrispondenti a un parco installato totale di circa 26 milioni di m2, pari a più di 18 GWth. Per centrare questo obiettivo, è necessario che si realizzino non solo impianti per acqua calda sanitaria nel settore residenziale, ma anche sistemi di taglia molto più estesa come, ad esempio, quelli integrabili nelle reti di teleriscaldamento.


Dopo circa 30 anni di esperienze estremamente positive in Austria, Danimarca, Germania e Svezia, il “Solar District Heating” (SDH) si affaccia oggi anche in Italia e non certo timidamente. Molte utility del settore vedono il solare termico come una interessante e appetibile alternativa all’attuale cospicuo uso dei combustibili fossili, per contenere sia i costi di esercizio sia l’impatto ambientale della generazione del calore da distribuire.


Grazie alla partecipazione di due partner italiani, Ambiente Italia e AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) al progetto europeo “SDHtake-off”, si è potuto dare il via ai primi studi di fattibilità, intrapresi dalle due utility pioniere in questo campo, HERA e Geo Energy Service (GES) di Pomarance.


HERA sta infatti progettando l’ampliamento del suo impianto di teleriscaldamento di Ferrara in una logica di sistema energetico integrato, attraverso la realizzazione del “Polo delle Energie Rinnovabili”, che prevede un potenziamento dell’impiego della risorsa geotermica e, soprattutto, la realizzazione di un impianto solare termico della potenza di 1 MWth.


Anche la GES di Pomarance, nel distretto di Larderello, sta valutando la fattibilità di ben tre impianti che sfrutteranno il solare termico per integrare l’impiego del vapore geotermico.


Dal punto di vista tecnico, un aspetto delicato e da approfondire è il campo di temperature nel quale opera la rete di teleriscaldamento, poiché ciò può influenzare in modo sostanziale l’efficienza di funzionamento dei collettori solari termici. Nei casi che si stanno ora studiando si parla di temperature di mandata comprese tra 80 e 120 °C e di temperature di ritorno comprese tra 55 e 70 °C.


Nel calcolo del costo del kWh di energia termica prodotta dall’impianto solare, sarà fondamentale poi la definizione esatta dell’incentivo derivante dal cosiddetto “conto energia termico”, previsto dal Decreto Legislativo 28/2011, il cui valore sarà reso noto entro settembre 2011. L’incentivo sarà operativo, infatti. da gennaio 2012.


L’Italia conferma la sua volontà di essere il prossimo paese europeo a voler mettere in piedi esperienze pratiche di teleriscaldamento solare, ospitando il prossimo workshop del progetto SDHtake-off, che si terrà a Ferrara, dal 29 al 30 settembre 2011, nell’ambito della manifestazione “Geothermexpo”, e che permetterà di fare il punto sui progetti in corso in Italia.

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