Nuovi orizzonti, dalla petrolchimica alla biochimica

  • 18 Maggio 2011

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Ottime notizie dalla Sardegna. Il referendum consultivo che taglia fuori l’ipotesi nucleare e l’operazione in atto a Porto Torres dove si prevede un processo di trasformazione radicale del polo petrolchimico che sarà sostituito da una bioraffineria. L’opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 2’08’’)


Arrivano buone notizie dal referendum consultivo in Sardegna che ha sconfitto clamorosamente l’ipotesi nucleare sia per le nuove centrali e che per un possibile sito destinato allo stoccaggio delle scorie radioattive.


Ma sempre in Sardegna ottime notizie anche per il futuro: la chimica sta per essere coinvolta in un processo di trasformazione radicale. A Porto Torres, infatti, è in atto un’operazione di valenza europea. Il vecchio petrolchimico, grazie a un accordo tra Eni e Novamont, sta per essere progressivamente sostituito da una bioraffineria.


Da questo emerge come sia in atto una potente rivoluzione, non solo quindi nel settore energetico, grazie alla produzione da fonti rinnovabili, ma anche nel campo della chimica.


Un recente studio americano ha evidenziato come la chimica nel paese, a esclusione del settore farmaceutico, abbia perso il 38% di addetti tra il 1992 e il 2010, dimostrando come si possa puntare sulla chimica verde (in particolare sui biopolimeri) per rilanciare l’occupazione, oltre che per avere un ambiente più pulito. Si stima che sostituendo il 20% della produzione di prodotti della chimica convenzionale con le bioplastiche si possano creare oltre 100mila nuovi posti di lavoro.


In Italia ci sono diversi siti petrolchimici che si trovano in difficoltà e dove manca una visione strategica. È necessario allora un ripensamento per comprendere come poter andare avanti evitando di dare sostegni provvisori al settore, senza una visione strategicamente diversa.


L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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