Solare termico, un conto energia per nuovi obiettivi

Il solare termico italiano è alla vigilia di una nuova fase: il decreto rinnovabili ha introdotto ambiziosi obblighi di installazione per i nuovi edifici e dal 2012 un incentivo in conto energia per le rinnovabili termiche sostituirà la detrazione del 55%. Come funzionerà? Se ne è parlato a Solarexpo.

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Una tecnologia che ancora non ha espresso appieno le proprie potenzialità e che guarda avanti alla vigilia di un nuovo sistema incentivante. Il mondo del solare termico italiano si è trovato alla Solarexpo di Verona per parlare di quel che cambierà con le importanti novità introdotte dal decreto di recepimento della direttiva europea sulle rinnovabili, approvato a marzo. Quello stesso decreto 98/2011, che tanti problemi ha causato alle rinnovabili elettriche, fotovoltaico in primis, infatti, “ha avuto comunque il merito di riequilibrare l’attenzione nei confronti delle termiche”, come ha commentato Valeria Verga, segretario generale di Assolterm, l’associazione di categoria del solare termico. Rende infatti obbligatorio installare rinnovabili termiche sui nuovi edifici e sancisce la nascita di un conto energia per queste fonti (Qualenergia.it, Le rinnovabili per i consumi in edilizia nel Dlgs approvato).


Novità che, si spera, continueranno a sostenere il solare termico quanto hanno fatto finora gli sgravi fiscali del 55%, destinati a chiudersi il 31 dicembre 2011. Come hanno mostrato i dati presentati da Assolterm, infatti, il mercato italiano è decollato veramente solo con l’introduzione dell’incentivo, nel 2007, quando sono stati installati circa 350mila metri quadri. Sempre grazie al 55%, dal 2008 al 2009 in Italia in mercato ha subito meno che in altri paesi la flessione dovuta alla crisi e l’anno scorso ha ricominciato a crescere ritornando a volumi pari a quelli del 2008: circa 500mila metri quadri installati per un giro d’affari di 500 milioni di euro, che ha dato lavoro a circa 5mila addetti.


Il mercato italiano del solare termico sembra abbastanza in salute: ha una quota del 12% delle installazioni dell’Unione Europea ed è uno dei più importanti mercati del continente. C’è però ancora molto da fare: a livello di installato per abitante siamo tra gli ultimi: con 0,04 m2 pro capite, contro gli 0,43 dell’Austria e gli 0,06 della media europea.


Valori bassi che dovrebbero aumentare grazie alle novità contenute nel decreto, come l’obbligo di installare, nei nuovi edifici o per ristrutturazioni sostanziali, fonti rinnovabili (non elettriche) per soddisfare almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda e una percentuale minima dei consumi termici totali che salirà dal 20% nel 2012 al 30% nel 2014 e al 50% a partire dal 2017.


Obblighi ambiziosi, ha fatto notare Valeria Verga, che però hanno anche diverse limitazioni: ad esempio non valgono per le ristrutturazioni minori e per quelle limitate agli impianti termici, non valgono nelle aree sottoposte a vincolo e solo in parte nei centri storici. La parte di copertura dei consumi obbligatoria, va ricordato, non avrà diritto agli incentivi del prossimo ‘conto energia per le rinnovabili termiche’, che partirà probabilmente dal 2012. Fornire con le rinnovabili suffciente calore da soddisfare gli obblighi sarà poi una sfida non banale per i progettisti, come ha spiegato Stefano Casandrini di Assotermica. Tra le possibilità illustrate quella di integrare le pompe di calore con il solare termico e altre fonti.


Un problema che esiste e che si accentuerà con l’obbligo è poi la competizione tra solare termico e fotovoltaico per lo spazio sulle strutture esilizie: da un punto di vista impiantistico ha più senso tenere il solare termico sul tetto e spostare gli impianti FV su frangisole, pensiline o altre strutture esterne, ha spiegato Casandrini.


Se l’obbligo per i nuovi edifici è già in vigore, ancora tutto da definire è invece il cosiddetto conto energia per le rinnovabili termiche, prefigurato dall’articolo 28 del decreto approvato a marzo. Affinché diventi realtà mancano ancora tutti i decreti attuativi, attesi per la fine di settembre. In ogni caso, secondo il testo, dovrà entrare in vigore dal 1° gennaio 2012. Se questo non dovesse accadere, il solare termico italiano si troverebbe privo di sostegno dato che le detrazioni del 55% con molta probabilità termineranno con il 2011.


Nel corso del convegno, Riccardo Battisti di Assolterm ha illustrato come dovrebbe funzionare il futuro conto energia per il solare termico. Valido per tutte le applicazioni (acqua calda sanitaria, riscaldamento, solar cooling, processi industriali), per gli impianti sotto i 35 chilowatt termici, ossia circa 50 metri quadri di collettori, il contributo proporzionale all’energia prodotta verrebbe erogato seguendo una tabella che stima una produzione di 700 kWh per metro quadrato di pannelli, mentre gli impianti fino a 1000 kWt dovrebbero dotarsi di sistemi di contabilizzazione del calore, e quelli superiori essere incentivati tramite il meccanismo dei certificati bianchi. Il decreto prevede che il conto energia termico non sia cumulabile con altri incentivi nazionali, ma Assolterm vorrebbe che lo fosse almeno con quelli erogati dagli enti locali.


Quanto dovrà essere redditizio il nuovo incentivo? “Le tariffe dovranno essere stabilite in modo da sostenere la tecnologia ma non essere tanto elevate da attirare gli speculatori e far arrivare nel settore operatori non preparati adeguatamente”, ha sottolineato Battisti. Il decreto stabilisce che l’incentivo abbia una durata massima di 10 anni e che le tariffe non calino nei primi due. La proposta dell’associazione è di farle scendere del 20% ogni 4 anni o comunque al superamento di determinati obiettivi (cap) sull’installato.


Nel caso in cui il conto energia durasse 10 anni, Assolterm propone che si parta con una tariffa di 0,15 euro/kWh per arrivare a 0,10 nel 2020. A quella data il conto energia, assieme alle installazioni obbligatorie (non incentivate), dovrebbe portare a installazioni per circa 3 milioni di metri quadrati l’anno e costerebbe circa 220 milioni di euro l’anno. L’obiettivo per quell’anno è arrivare nel 2020 a oltre 18 milioni di metri quadri di installato, partendo dagli attuali 2,6 milioni. In termini di collettori per abitante vorrebbe dire passare dall’attuale 0,04 a 0,30 m2.

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