Conto energia, APER contesta i numeri del Ministro Romani

L'associazione dei produttori di energia rinnovabile risponde con una lettera alle accuse di scarsa collaboratività sollevate dal Ministro. E parla di allarme infondato a proposito dei numeri citati da Roman: "è matematica propagandistica e fantasiosa".

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APER, chiamata in causa dal ministro dello Sviluppo economico come associazione scarsamente collaborativa nel dibattito in Parlamento (Qualenergia.it, Il “Romani pensiero” sul conto energia fotovoltaico), risponde a Romani con una lettera (in allegato). L’associazione rimanda al mittente le accuse e ribadisce la sua volontà di partecipare alla definizione del nuovo conto energia. E smentisce le cifre di cui perla il ministro:


“L’allarme da Lei lanciato dei 4.000 MW di impianti accettati nel salva Alcoa e che dovranno essere allacciati entro giugno si sta rivelando infondato: ad oggi dal primo gennaio ne sono stati allacciati solamente 775 MW e tutto fa prevedere che non saranno molti di più. I 25.000 MW di nuovi preventivi di allacciamento alla rete già accettati nulla indicano se non associati ad una domanda di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto e si scioglierebbero come neve al sole a seguito di un’eventuale reintroduzione dell’efficacia della delibera 125 dell’AEEG quando verranno richieste le fidejussioni a conferma della volontà di procedere.”


E continua la lettere: “L’impressione è che questa campagna di numeri lanciata senza alcuna evidenza pubblica serva solo a giustificare un’azione di screditamento dell’importanza dell’utilizzo delle fonti rinnovabili che, se utilizzata oggi per il fotovoltaico, potrebbe essere applicata domani alle altre fonti facendo naufragare lo sviluppo del settore e mettendo fine all’unico settore industriale che in questi mesi di crisi generale ha dato segni di vitalità e di sviluppo. Quegli astronomici 160 miliardi di Euro che secondo il Suo intervento di ieri, verrebbero tolti dalle tasche degli italiani, sono il frutto di una matematica propagandistica e fantasiosa che tende a distogliere l’attenzione su quali siano invece i veri sussidi annegati nel prezzo dell’energia pagato dai consumatori, soprattutto dai più piccoli, facendo del settore energetico un campo di prelievo di fiscalità indiretta.”

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