Conto energia, anche la Fiom è preoccupata

  • 14 Aprile 2011

Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil denuncia gli impatti che l'incertezza sugli incentivi sta avendo sui lavoratori del settore ed è preoccupato per le novità all'orizzonte. La visione Fiom sul conto energia: no a tetti e retroattività, ma sì a una riduzione graduale delle tariffe.

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“Il decreto del 3 marzo, che taglia i meccanismi di incentivazione per le energie rinnovabili, continua a fare danni. Si susseguono notizie relative ad aziende del settore che richiedono la Cassa integrazione o, addirittura, mobilità e licenziamenti. Alle aziende più direttamente legate alla filiera del fotovoltaico (produzione di celle, moduli, inverter, componentistica), se ne aggiungono anche altre del settore metalmeccanico (estrusione, profilati di alluminio)”.


Lo dicono Vittorio Bardi e Fabrizio Potetti, della Fiom-Cgil: “Dopo le tante proteste di associazioni, aziende, cittadini – con la richiesta di fermare, o quanto meno modificare radicalmente il decreto – e dopo prime azioni di sciopero dei lavoratori dipendenti dalle aziende coinvolte, il Governo, per iniziativa dei ministri Romani e Prestigiacomo, si era riservato di riformulare una proposta e di riconvocare tutte le parti in causa, comprese le organizzazioni sindacali, già all’inizio di aprile – segnalano Bardi e Potetti – ad oggi, però, non abbiamo ricevuto nessun segnale, mentre si susseguono svariate ipotesi di intervento sui nuovi meccanismi incentivanti, alcune delle quali particolarmente inquietanti per la riconferma di tagli insostenibili per l’intera filiera del fotovoltaico”.


La Fiom che insieme alle altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici rappresenta “il settore contrattuale di gran parte dei lavoratori addetti alla produzione di apparecchiature per il fotovoltaico”, dicono Vittorio Bardi e Fabrizio Potetti, “riconferma le proposte di modifica già avanzate per il nuovo decreto”. Primo, “il sistema degli incentivi non può essere drasticamente ridotto in termini addirittura retroattivi”. Secondo, “non vanno posti rigidi tetti alla potenza incentivabile. Semmai, è utile graduare progressivamente le riduzioni delle tariffe, in funzione del volume di mercato, come già avviene nel sistema tedesco”. Ma queste modifiche “vanno fatte in fretta, per dare all’intero settore le necessarie certezze di prospettiva – avvertono Bardi e Potetti – infatti, è necessario che questo stesso settore continui a svilupparsi, qualificando l’intera filiera e coprendo quote sempre più significative di produzione di energia”.


Il settore delle energie rinnovabili “continui a svilupparsi, qualificando l’intera filiera e coprendo quote sempre più significative di produzione di energia”. E’ l’auspicio che formulano Vittorio Bardi e Fabrizio Potetti. “E’ del tutto evidente che questo settore ha un valore sempre più strategico, anche a fronte delle tragedie in corso in Giappone e in Nord Africa – dicono Bardi e Potetti – tragedie che suggeriscono di ridurre la dipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili e di chiudere definitivamente con il nucleare“. Per questo, “la Fiom si schiera a favore di un altro modello energetico – concludono – che privilegi le fonti rinnovabili, la generazione distribuita, il risparmio e il massimo di efficienza energetica”.

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