Rumors aspettando il nuovo conto energia

La bozza del nuovo conto energia fotovoltaico sarà resa nota probabilmente non prima della Conferenza Stato-Regioni, attesa per il 20 aprile. Intanto filtrano indiscrezioni, peraltro non confermate. Da alcune associazioni di settore e da Assoelettrica arrivano proposte che riteniamo inconciliabili.

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Indiscrezioni, proposte contrastanti e tanta impazienza. Il mondo del fotovoltaico resta con il fiato sospeso in attesa della bozza del nuovo conto energia. Una bozza della quale si sa ancora poco in attesa che il Governo la presenti alla Conferenza Stato-Regioni, attesa per dopodomani ma che sembra sia stata rinviata al 20 aprile.


Bisognerà dunque attendere ancora senza lasciarsi fuorviare o imprressianre dalle voci che girano su tagli pesantissimi che però restano in realtà non confermate. Dal coordinamento di SOS Rinnovabili, Salvatore Floreni, ad esempio, ci racconta di proposte fatte in presenza delle associazioni che prevedono tagli del 35% dal 1° giugno e tetti annuali molto ristretti (1500 MW per il 2011 e 2500 GW per il 2012). Tuttavia, parlando con il presidente di Aper, Roberto Longo e con altre fonti, queste indiscrezioni restano assolutamente non confermate.


Quel che è certo che è che l’atmosfera è molto calda. ”La mancata risposta alle reiterate richieste di un incontro conclusivo al Ministero dello Sviluppo Economico ci porta a constatare la volontà del Ministro Paolo Romani, di interrompere ogni relazione e condivisione proprio nel momento della finalizzazione del testo” ,lamenta ad esempio il presidente di Assosolare, Gianni Chianetta.


Intanto oggi alcune Associazioni di categoria fanno pervenire un nuovo documento unitario, firmato da Aper, Assosolare, Asso Energie Future, Grid Parity, in cui ribadiscono i punti fondamentali che vorrebbero rispettati dal nuovo conto energia: salvaguardia degli investimenti già avviati dalle imprese, con certezza delle tariffe fissate solo sei mesi fa nel III Conto Energia, almeno fino a fine anno; nessun limite alle installazioni, annuale o cumulato, per tipologia o per taglia. Quindi niente tetto annuale sui megawatt installati e niente tetto complessivo al 2020. Diminuzione costante delle tariffe sul modello tedesco fino a un taglio che può arrivare a un massimo del 20% nel 2012. Per chi comincia a costruire oggi (a metà 2011), riduzione degli incentivi non superiore al 10% (più  un ulteriore 4% in caso di raggiungimento anticipato della soglia di 9,5 GW).


“Introdurre un limite alle installazioni – spiegano – sarebbe un ostacolo allo sviluppo del settore e pregiudicherebbe peraltro lo stesso funzionamento del meccanismo di incentivazione, impedendo i finanziamenti: le banche bloccherebbero tutto il credito, perché non potrebbero sapere quali domande presentate andranno a buon fine. Una riduzione delle tariffe superiore ai valori sopra indicati non sarebbe sostenibile dall’industria, a partire da quella Italiana, come peraltro confermato dallo studio “Solar Energy Report” presentato dal Politecnico di Milano lo scorso 7 Aprile (Qualenergia.it, Fotovoltaico, una filiera nazionale in crescita, ndr), e metterebbe a rischio oltre 100mila posti di lavoro dell’unico settore che è stato capace di crescere in un momento di crisi. Al contrario, lo sviluppo organico delle installazioni e l’evoluzione della tariffa consentiranno al fotovoltaico di allinearsi ai costi dei Paesi Europei con rapidità, contenendo i costi complessivi e garantendo lo sviluppo. Il fotovoltaico è un’alternativa concreta e attuale per l’autonomia energetica, per una produzione democratica dell’energia e per ridurne i costi  proprio nelle ore diurne, nelle quali tocca i prezzi più elevati.”
 
“Alla grid parity  – continuano le associazioni – mancano pochi anni, poi il fotovoltaico diventerà conveniente senza incentivi. Ignorare le richieste presentate in maniera unitaria dalle associazioni del settore fotovoltaico e delle rinnovabili significherebbe stroncare sul nascere il fiorire di un comparto produttivo strategico e capace di offrire nuovi posti di lavoro, occupazione qualificata, rispetto degli impegni assunti in sede europea (impegni che, se non rispettati porterebbero al pagamento di pesanti sanzioni), autonomia e sicurezza energetica al paese. Un tema, questo, particolarmente d’attualità nel momento in cui cresce l’instabilità della sponda sud del Mediterraneo e a un mese dal disastro di Fukushima che ha spinto il governo a darsi una pausa di riflessione sul progetto di rilancio nucleare.”


Solo in parte affine è la posizione di GIFI/ANIE. Nel particolare la proposta dell’associazione confindustriale del FV (vedi allegato in basso) prevede l’estensione delle tariffe del Terzo Conto Energia (tariffe 2° quadrimestre) fino a tutto settembre 2011 e riduzioni dall’8 al 13% (a seconda di taglie e tipologie) al mese fino a fine anno. Per il 2011 è previsto un tetto alla potenza incentivabile, fissato a 9.500 MW cumulativi. Dal 2012 invece si avrebbero riduzione del 5-10% a gennaio e poi del 3-4% a trimestre. A queste ultime si applicherebbe un meccanismo autoregolatorio che preveda un’ulteriore riduzione in funzione della velocità d’installazione degli impianti: un aggiuntivo 2% di riduzione della tariffa per ogni mese di anticipo con cui si raggiunge l’obiettivo trimestrale di nuova potenza installata, che dovrebbe essere valutato su base annuale in 3.000 MW. L’obiettivo, spiega Valerio Natalizia, presidente Gifi è “dare una certezza normativa fino al 2016, e permette all’Italia di installare oltre 20 GW di impianti fotovoltaici e raggiungere un obiettivo ambizioso: coprire il 10% del fabbisogno elettrico nazionale e uno sviluppo per la filiera italiana con oltre 300.000 posti di lavoro”. “L’Associazione – continua Natalizia – ritiene che la proposta portata all’attenzione del Ministero sia il miglior compromesso possibile tra le esigenze della filiera fotovoltaica e i limiti imposti da una corretta gestione dei supporti economici a sostegno del settore. GIFI/ANIE ritiene che proposte alternative, soprattutto con particolare riferimento ad imposizione di cap rigidi e riduzioni eccessive delle tariffe non possano essere in nessun modo accettate dal mercato”.


Di tutt’altro parere Assoelettrica che nelle sue proposte presentate al ministero (vedi allegato in basso) si allinea con gli energivori di Confindustria e non concede nulla alle richieste del settore. L’associazione confindustriale delle imprese elettriche infatti vorrebbe per il 2011 un tetto al fotovoltaico incentivabile di 1.500 MW o poco più, e di 2.000 MW l’anno dal 2012. La riduzione delle tariffe sarebbe mensile dal giugno al dicembre 2011. Per il periodo 2012 si parla di tagli del 60% per i grandi impianti e del 20% per i piccoli rispetto alle tariffe del secondo quadrimentre del terzo conto energia.


Siamo comunque nell’alveo delle richieste. Sarebbe opportuno che il Governo decida coerentemente tenendo sempre presente l’equa remunerazione dell’investimento per la realizzazione dell’impianto (decreto legislativo 387/2003), soprattutto in relazione all’evoluzione dei costi, e una giusta evoluzione del monte incentivi che peseranno sulle bollette elettriche degli italiani nei prossimi anni. Senza però dimenticare che sulla nostra bolletta incidono ancora costi (extra rinnovabili) che non possono garantire quel beneficio energetico, industriale e occupazionale che fotovoltaico e le altre rinnovabili possono invece dare al paese.

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