I paesi arabi verso una democrazia anche energetica? Silvestrini a Ecoradio

  • 25 Febbraio 2011

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Le ribellioni contro i regimi repressivi e dittatoriali nei paesi arabi, puntano alla democrazia. Questa evoluzione potrebbe far mutare anche gli scenari energetici dai combustibili fossili all’uso delle rinnovabili. L’opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata: 2’)


Le ribellioni in atto nelle ultime settimane contro i regimi repressivi e dittatoriali del Nord Africa e del Medio Oriente aprono nuovi scenari che potranno permettere lo sviluppo di un’economia basata su una reale democrazia con una riduzione della corruzione presente in questi paesi.


Queste ribellioni potranno estendersi: ad esempio l’Arabia Saudita confina con aree, come Bahrain, Egitto e Yemen, in cui la ribellione è in atto o ha avuto già i suoi effetti. Questo cambiamento politico si accompagnerà anche ad un cambiamento dello scenario energetico che, in alcuni casi, è già avvenuto dall’interno. Un esempio di questo processo è Abu Dhabi che con il progetto di Masdar City si avvia a diventare una città a emissioni zero, indirizzandosi anche verso la creazione di industrie solari in quelle aree. In altri casi, come per il progetto Desertec, sono proprio le imprese dei paesi industrializzati a puntare alla realizzazione di centrali solari in aree desertiche.


Stiamo in una fase che porterà, nei prossimi decenni, a un’evoluzione dello scenario energetico oggi basato sull’estrazione di petrolio e gas verso l’utilizzo di fonti rinnovabili (principalmente solare ed eolico).


Si tratta di un’evoluzione estremamente interessante: una democrazia in queste paesi potrebbe facilitare un uso migliore e controllato dal basso di queste tecnologie energetiche, donando benessere e riducendo le disuguaglianze e le tensioni tra il nord e il sud del mondo.


L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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