Nucleare, arriva il decreto per semplificare l’individuazione dei siti

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Il Consiglio dei Ministri approva lo schema di modifica del d.l. 15 febbraio 2010. Dovrebbe recepire la sentenza della Corte Costituzionale sul parere delle Regioni, ma più che altro punta a rendere meno difficile individuare i siti delle nuove centrali.

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Su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di modifica del decreto legislativo del 15 febbraio 2010 (vedi allegato). Il nuovo testo – spiega il comunicato del MSE – arriva anche per adeguarsi alla recente sentenza della Corte Costituzionale circa il parere obbligatorio, ma non vincolante, della Regione nel cui territorio ricadrà l’impianto, in merito all’autorizzazione unica alla costruzione e all’esercizio della centrale.

Tra le novità contenute nel decreto una semplificazione delle procedure di valutazione e di autorizzazione dei nuovi impianti che dovrebbe ridurre i tempi di costruzione e di individuazione dei siti e il fatto che l’autorizzazione ambientale integrata avrà una validità di 15 anni contro i 5 ordinariamente previsti per altri tipi di impianti. Il decreto definisce poi altre le misure di semplificazione delle procedure e chiarisce i soggetti destinatari dei benefici economici; in particolare si prevede che i benefici connessi all’inizio dei lavori e all’esercizio dell’impianto siano concessi ai cittadini degli enti locali in cui è ubicato l’impianto e a quelli degli enti limitrofi in un raggio di 25 km dall’impianto.
Adesso lo schema approvato dal Consiglio dei Ministri verrà trasmesso al Consiglio di Stato, alla Conferenza unificata ed alle Commissioni parlamentari per il relativo parere.

Per il Ministro Paolo Romani il decreto è “un nuovo impulso per la realizzazione del programma nucleare in Italia. Adesso – commenta – c’è un percorso chiaro e definito che permetterà ai diversi livelli istituzionali di collaborare all’individuazione dei siti e alla realizzazione delle centrali. Dal ritorno all’atomo dipendono lo sviluppo e il recupero di competitività della nostra economia: basti pensare ai grandi vantaggi che potremo ottenere a favore del nostro tessuto produttivo soltanto riducendo i costi dell’energia elettrica, per alcuni utenti superiori del 30% rispetto ai nostri partner europei. Il nucleare è una riforma strutturale per il nostro sistema industriale e noi vogliamo percorrerla fino in fondo”

Critche le reazioni dell’opposizione: “cominciata la compravendita sul nucleare, in perfetto stile Berlusconi” – denuncia Paolo Brutti, responsabile Ambiente per l’Italia dei Valori, riferendosi in particolare al capitolo compensazioni e alle semplificazioni del processo autorizzativo: “Si vogliono sedurre gli amministratori locali convincendoli a insediare le centrali in cambio di montagne di euro. Ma lo stile Berlusconi necessita sempre di un non so che di ridicolo- aggiunge Brutti- ecco percio’ la richiesta di appena quindici giorni per determinare l’impatto ambientale di un nuovo impianto”. In pratica “occorre piu’ tempo per valutare una finestra nel bagno di casa che un reattore nucleare. Meriterebbero molto di peggio- conclude Brutti- ma il referendum promosso dall’Idv basta e avanza per spazzare via le
loro assurde pretese”.

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