Operazione trasparenza sui costi in bolletta

  • 16 Febbraio 2011

Nella realtà gli incentivi per le rinnovabili pesano per meno della metà del totale di tutti gli oneri di sistema. Se eliminassimo quelli impropri, non dedicati alle fonti pulite, risparmiaremmo sulle bollette oltre 3 miliardi di euro l’anno. Una nota del Senatore Francesco Ferrante, Vicepresidente Kyoto Club.

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Governo e Parlamento stanno affrontando la riforma del meccanismo degli incentivi per le rinnovabili ed è quindi necessario fornire i dati reali e uscire dai luoghi comuni.
La verità è che nel nostro Paese i costi più gravosi sulle bollette energetiche non sono certo quelli dovuti alle rinnovabili. Gli incentivi per le fonti rinnovabili pesano infatti per meno della metà del totale degli oneri di sistema: nel 2010 circa 2,7 miliardi su un totale di oltre 5,8 miliardi di euro (vedi grafico in basso + legenda). E’ quindi ora di fare un po’ di pulizia e liberare le nostre bollette elettriche da oneri che risultano del tutto impropri.

Innanzitutto, risulta incomprensibile, come più volte ha denunciato Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, il motivo per il quale su tali oneri i consumatori elettrici che ne sostengono il peso debbano pagarci anche l’IVA come se acquistassero un bene o un servizio: un miliardo nel 2010 indebitamente incamerato dallo Stato ai danni di imprese e famiglie.
Tra gli oltre 3 miliardi di euro (3,05 mld di €) non destinati alle rinnovabili che hanno gravato sulle bollette elettriche degli italiani nel 2010 vi sono ben 285 milioni che sono destinati all’eredità nucleare; oltre 1,2 miliardi di euro per il famigerato CIP6, che, seppur in esaurimento, ancora nel 2010 incentivava le cosiddette assimilate, un incentivo al fossile in verità. Inoltre, sono da conteggiare le agevolazioni che riguardano le Ferrovie dello Stato, e che lo scorso anno ammontavano a 355 milioni di euro. Tutti oneri, questi, che più correttamente dovrebbero essere sostenuti dalla fiscalità generale, e non in proporzione ai consumi elettrici.

Ci sono poi 644 milioni di euro che i produttori di energia elettrica da fonti fossili, obbligati per legge ad acquistare Certificati Verdi, attualmente scaricano impropriamente sulle bollette dei consumatori eludendo in tal modo la ratio del meccanismo che dovrebbe invece tradursi in una riduzione degli utili per il produttore che non fa sufficiente ricorso a fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda gli incentivi alle rinnovabili, invece, sono gli unici oneri che dovrebbero correttamente rimanere in bolletta: è la stessa Commissione Europea che sostiene che “è essenziale che tali costi siano «fuori bilancio», cioè sopportati dai consumatori di energia piuttosto che dalla fiscalità, in modo da evitare le tipiche interruzioni «stop-start» ogni qual volta i bilanci degli Stati diventano più vincolati” (nel grafico la divisione degli incentivi per le rinnovabili 2010 – 2,756 mld di euro).

Infine si è scelto di analizzare solo i dati certi del 2010 senza avventurarsi in proiezioni per il 2011 in quanto troppo soggetti a variabili ancora non definite: quanti saranno gli impianti fotovoltaici installati? La decurtazione del costo dei certificati verdi che ritirerà il GSE sarà decurtato del 70% come attualmente previsto dal Decreto legislativo o tale riduzione sarà auspicabilmente minore? Si porrà fine al trucco di considerare “rifacimenti” e meritevoli di nuovi incentivi, semplici interventi di manutenzione in impianti da rinnovabili già ampiamente ammortizzati, risparmiando così una cifra ingente (tra i 500 milioni e i 2,5 miliardi di euro)?

Insomma, i numeri reali, ci dicono che incentivare le rinnovabili non solo è utile per promuovere un nuovo sviluppo e nuova occupazione, non solo è indispensabile per la salvezza del Pianeta, ma è anche economicamente sostenibile come d’altronde è dimostrato dalla storia di tutti i Paesi europei che hanno scelto questa strada da tempo e con successo. Serve però rigore nel concedere gli incentivi solo alle fonti e agli impianti che ne hanno bisogno e “pulire” le bollette elettriche da tutte quelle voci che le rendono inutilmente pesanti.

Francesco Ferrante 

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