Nucleare, alt della Consulta: bisogna sentire le Regioni

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La Corte costituzionale boccia l'art.4 del decreto 15 febbraio 2010: sulla localizzazione degli impianti il Governo dovrà tener conto del parere delle Regioni, quasi tutte contrarie. Un passo indietro sulla strada del ritorno all'atomo.

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Il piano nucleare del Governo inciampa su una sentenza della consulta pronunciata oggi: non potrà realizzare gli impianti senza tenere conto del parere delle Regioni, che come sappiamo sono in stragrande maggioranza, sia quelle governate dal centrodestra che quelle governate dal centrosinistra, contrarie ad ospitare centrali e siti di stoccaggio.

“La Consulta ha dichiarato, con una sentenza depositata oggi, l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31… nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari”, si legge in un comunicato.
In particolare, nella sentenza la Corte ha precisato che “la potenziale attitudine del singolo impianto nucleare, per quanto materialmente localizzato in un determinato territorio, a incidere sugli interessi e sui beni di comunità territoriali insediate anche in altri ambiti regionali, giustifica la previsione – ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica – dell’intesa con la Conferenza unificata, quale sede privilegiata per la rappresentazione delle istanze e delle esigenze proprie di tutti i livelli di governo coinvolti”.

La sentenza segna un pesante arresto sulla strada del ritorno all’atomo. Ora, come spiega Antonio Cianciullo dal suo blog, il governo centrale potrebbe ancora cercare di forzare la mano alle Regioni, chiedendo il loro parere senza ascoltarlo e passando per la tortuosa strada della reiterazione delle procedure da attivare dopo il no iniziale del governo locale. “Ma questo significherebbe arrivare a uno scontro non tra due schieramenti politici ma tra due livelli istituzionali e la Lega dovrebbe avallare l’azzeramento politico delle Regioni su un tema di primaria importanza come quello energetico. Anche perché, con l’eccezione del Piemonte di Cota e le titubanze della Lombardia di Formigoni, le Regioni si sono schierate per il no al nucleare in maniera bipartisan, con tanto di mozioni votate dalla maggioranza di centrodestra in Lazio e in Sardegna. Tra il federalismo e l’atomo cosa sceglierà Bossi?”

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