Gli effetti dei mutamenti climatici sulla salute

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Ad Arezzo un convegno dal titolo "Mutamenti Climatici e danni alla salute: il ruolo delle città e dei territori". Secondo i dati OMS a causa del clima in in aumento l'incidenza delle malattie già esistenti. Si riscontrerebbe inoltre un incremento del 3% della mortalità per ogni grado di aumento della temperatura terrestre.

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Lo scorso 10 e 11 settembre, Arezzo è stato il teatro di un momento di confronto tra amministratori, medici e rappresentanti della società civile sui possibili danni alla salute conseguenti dei mutamenti climatici in atto. L’interessante iniziativa “Mutamenti Climatici e danni alla salute: il ruolo delle città e dei territori” è coordinata dall’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) in collaborazione con le Agende21 Locali Italiane e il Comune di Arezzo.

Esperti del settore si sono ritrovati in Toscana per discutere dell’aumento delle patologie neurodegenerative, immunomediate, endocrino-metaboliche e neoplastiche, conseguenza dei cambiamenti climatici. Gli obiettivi della due giorni di lavori sono stati, da un lato quello di adeguare le attuali metodologie di valutazione epidemiologica e tossicologica del rischio, ancora insufficienti a comprendere la rivoluzione epidemica in atto, e dall’altro quello di confrontarsi con le autorità competenti per la gestione della salute pubblica sulle possibili azioni da intraprendere.

Di particolare interesse nella prima parte dell’evento è stata la relazione della rappresentante dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, Tanja Wolf che ha evidenziato il ruolo determinante che svolgono le città e le autorità sanitarie competenti nell’adottare misure preventive per la salute umana e nel definire le necessarie misure di adattamento al cambiamento in atto. Secondo i modelli e gli scenari dell’OMS, l’epoca delle malattie causate dai cambiamenti climatici è arrivata, e non dobbiamo pensare a chissà quali malattie infettive, bensì a quelle già presenti, ma in continuo aumento. Come si evince dagli scenari elaborati dall’OMS, all’aumento delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera si registra un aumento delle malattie cardiovascolari, respiratorie, da vettori, infezioni dovute a inquinamento del cibo e delle acque, scarsità di alimenti e di acqua, cancro e cataratta, ferite da incidenti e salute mentale.

La correlazione tra effetti dei cambiamenti climatici e salute umana può essere descritta anche grazie ai dati contenuti nei recenti studi dell’OMS: si è infatti stimato che per ogni anno si perdono 5 milioni di anni di vita in buona salute (DALY) e un incremento del 3% della mortalità per ogni grado di aumento della temperatura terrestre. Se poi si analizzano nello specifico i rischi di nocività, si potrà notare come ulteriori problemi potranno derivare da malnutrizione per crisi agricola ed economica, da eventi meteorologici estremi, da inquinamento atmosferico e dallo spostamento dalle zone tropicali al nord e al sud del Pianeta di vettori di malattie infettive e parassitarie (malaria, febbre gialla, dengue, chikungunya, m. da virus del Nilo Occidentale, m. di Lyme, m. di Chagas, leptospirosi, leishmaniosi, schistosomiasi).

La relazione di Tanja Wolf si è conclusa offrendo un panel di possibili soluzioni che potrebbero essere implementate fin da subito per evitare conseguenze ben più drammatiche. Particolare attenzione è stata riposta, così come in altri interventi, per tutte quelle possibili misure di adattamento ai cambiamenti climatici già esistenti. Alcuni esempi significativi possono essere, per le malattie infettive sensibili al cambio climatico, una maggiore sorveglianza e monitoraggio insieme ad una più attenta valutazione e comunicazione dei rischi. Per quanto riguarda i sempre più frequenti eventi estremi, si devono dotare le autorità di controllo di sistemi di allerta precoce che riescano ad anticipare gli eventi stessi, fornire informazioni sulla salute pubblica in tempo reale (Early Detection), un piano nazionale di adattamento al cambiamenti climatico (Prevenzione) e fornire agli enti locali e alle istituzioni responsabili per la sicurezza e la salute pubblica una guida per la valutazione degli impatti e dei trattamenti sanitari (Preparedness planning).

La seconda parte del convegno ha poi lasciato maggiore spazio al confronto e alle proposte per migliorare la salute e l’ambiente e ha visto protagoniste associazioni di comuni (ANCI, Associazione dei Comuni Virtuosi), Onlus (Legambiente, LAV, FIAB), associazioni mediche (Associazione Culturale Pediatri – ACP, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e comitati civici (ReTe dei comitati per la difesa del territorio).

Per concludere vogliamo sottolineare il notevole rilievo scientifico e organizzativo del Congresso, un evento multidisciplinare di livello nazionale su una tematica assolutamente fondamentale per garantire alle prossime generazioni un futuro salutare e privo di malattie che, nei secoli scorsi, eravamo riusciti a sconfiggere.

Piero Pelizzaro (Kyoto Club)

 

18 settembre 2010

 

 

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