Boom conto energia, il GIFI riflette sugli incentivi

  • 31 Gennaio 2011

L'associazione di categoria del fotovoltaico, GIFI-ANIE, ritiene che sia innanzitutto fondamentale verificare che gli impianti che usufruiranno delle tariffe 2010 entro giugno 2011 siano stati realmente installati. Per il GSE potrebbero essere pari a 4 GW. Visto l'improvviso boom in Italia, l'associazione sta lavorando ad una proposta di rivalutazione del sistema incentivante.

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Ad oggi la potenza complessiva degli impianti fotovoltaici in esercizio, che hanno fatto domanda di ammissione agli incentivi al GSE, risulterebbe pari a 2.928 MW per circa 146.600 impianti (un dato, da contatore GSE, che fa riferimento ancora al periodo pre 31/12/2010). Quasi 1.800 MW per il solo 2010. Come abbiamo scritto pochi giorni fa (Conto energia, già polverizzato il target 2020),  il GSE ritiene che le domande relative all’anno scorso, che continueranno ad arrivare al GSE entro fine febbraio, possano portare la potenza complessiva a fine 2010 a circa 3.000 MW, per un totale di 150.000 impianti realizzati, ma forse, riteniamo noi, anche a qualcosa di più.

Sulla fondamentale questione relativa alle 55mila domande aggiuntive per 4.000 MW oltre a questi impianti succitati che riceveranno le tariffe 2010 (legge 129/2010, cosiddetta “Salva Alcoa”) , si è espressa con un comunicato il GIFI/ANIE.
L’associazione di categoria del fotovoltaico ritiene che la potenza ad essi attribuita (4.000 MW) si debba sommare alla potenza elettrica massima prevista dal medesimo conto energia (1.200 MW) visto che, in base a quanto previsto dall’art. 13 del decreto ministeriale del 19 febbraio 2007, hanno diritto alle tariffe incentivanti tutti gli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio entro 14 mesi dalla data nella quale viene raggiunto il limite di potenza di 1.200 MW (entro 24 mesi nel caso di impianti FV i cui soggetti responsabili sono soggetti pubblici). Il GSE ha comunicato il raggiungimento dei 1.200 MW a fine giugno 2010. Quindi, per fine giugno 2011, i mesi trascorsi sarebbero 12 e quindi saremmo nella norma.
Il GIFI ritiene invece che, a questo punto, non sia rilevante il limite di potenza massima incentivabile previsti dall’attuale Conto Energia che era stato indicato pari a 3.000 MW entro il 2016 (articolo 12 del DM 19/2/2007).

Tuttavia il Presidente del GIFI-ANIE, Valerio Natalizia, ha chiesto cautela nel valutare il dato, ancora ufficioso del GSE: “Prima di esprimere un giudizio finale sul dato – ha spiegato – è importante verificare se si tratti di gigawatt (4, ndr) realmente installati. È indispensabile effettuare i dovuti controlli, anche se, vista la necessaria asseverazione tecnica richiesta, ci auguriamo che si tratti di richieste effettive. Tuttavia, auspichiamo che il GSE, così come dimostrato in passato verifichi con puntualità la veridicità delle dichiarazioni. In tal senso, come GIFI-ANIE, offriamo tutto il nostro supporto qualora il GSE ne ravvisi l’opportunità.”

Il GIFI non sembra troppo entusiasta di questo boom di richieste di installazioni: “Un impulso alla crescita così improvviso non è sano per il fotovoltaico. Lo dimostrano esperienze analoghe recenti in altri paesi europei che hanno generato improvvisi ripensamenti e modifiche al sistema incentivante”, ha detto Natalizia nel comunicato.

Alla luce di questa delicata situazione, il GIFI-ANIE sta già lavorando alla preparazione di una proposta di rivalutazione del sistema incentivante per il fotovoltaico, sulla base di quanto previsto dall’art. 22 della bozza di decreto Legislativo di recepimento della Direttiva 2009/28. La proposta di rivalutazione del sistema incentivante dovrebbe poter prevedere entro il breve periodo un adeguamento delle tariffe incentivanti alla luce di un’attenta analisi dei costi di sistema previsti per i prossimi anni.

La variazione della normativa proposta da GIFI terrà conto degli investimenti in corso da parte di molti operatori, che hanno già comportato degli esborsi spesso anche consistenti. Una eventuale revisione del Conto Energia – si spiega nel comunicato – sarà pertanto ammissibile solo per gli impianti che non abbiano già ottenuto le opportune autorizzazioni.
All’adeguamento delle tariffe è anche affiancata una proposta di aumento degli obiettivi di potenza cumulata da installare per i prossimi anni, identificata attualmente in soli 8.000 MW al 2020. Lo scopo è di garantire la continuità di sviluppo del mercato e consentire la crescita dei benefici per il Sistema Paese, identificabili in nuovi posti di lavoro, stimabili in circa 80.000 unità entro il 2015, oltre a nuove entrate fiscali per lo Stato.

 

 

 

 

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