Perché ai paesi petroliferi conviene il fotovoltaico

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Per i paesi del Golfo produttori di petrolio il fotovoltaico potrebbe essere un grande affare. Permetterebbe infatti di aumentare l'export dell'oro nero e utilizzare il solare per la produzione elettrica. Uno studio di Bloomberg fa intuire un futuro promettente per i parchi solari nella regione.

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I petrolieri mediorientali farebbero bene a installare fotovoltaico, anziché bruciare l’oro nero per produrre elettricità. Il solare in Medioriente conviene già ora rispetto al petrolio e converrà sempre di più, dato che il prezzo del watt da solare è destinato a scendere, mentre quello del barile salirà inevitabilmente. Un’analisi economica, recentemente pubblicata da Bloomberg su un ipotetico grande impianto nei paesi del Golfo, potrebbe infatti innescare una serie di grandi investimenti nel solare (vedi allegato) .

Nonostante la grande disponibilità di sole, il fotovoltaico non ha ancora conosciuto un grande sviluppo nella regione, anche perché i governi locali hanno sempre puntato sulle fonti fossili e fornito elettricità sottocosto alle popolazioni. Lo studio mostra come invece l’energia solare sarebbe una grande opportunità per questi paesi che potrebbero usarla per produrre elettricità, liberando così petrolio da vendere all’estero.

L’ipotesi fatta da Bloomberg è quella di un grande impianto da 100 MW che si potrebbe realizzare a un prezzo di 3,24 dollari al watt ai prezzi del 2010, mentre nel corso del 2011 si stima che il prezzo possa scendere a 2,73 $/Wp. Se il prezzo del petrolio dovesse crescere ulteriormente sarebbe un affare. E Bloomberg, basandosi sulle previsioni di Standard Chartered Bank, prevede che crescerà. Nel 2030 il barile, si stima, sarà arrivato a 163 $ (dollaro al valore attuale) e il parco solare darà un ritorno dell’investimento del 9,4%. Anche nell’ipotesi che tra 30 anni il petrolio costi come oggi, l’investimento sarà redditizio: un ritorno di oltre il 4%. Se poi si include nel calcolo anche il prezzo per la CO2 l’impianto diventerebbe ancora più conveniente. 

Andando a guardare le varie combinazioni di prezzo del barile, del watt fotovoltaico e della CO2 (vedi tabella sotto) si vede che il parco solare potrebbe far guadagnare ai paesi produttori di petrolio fino al 15% dell’investimento. Il vantaggio economico non ci sarebbe solo nell’improbabile ipotesi che nel 2030 il prezzo del petrolio scenda sotto i 50 $ al barile e l’impianto venga realizzato a un prezzo di 3,64 $/Wp.

Ovviamente a rendere appetitoso il fotovoltaico per i paesi del Golfo è la possibilità di vendere all’estero il petrolio che il parco solare farebbe risparmiare: paesi come Kuwait e Arabia Saudita oggi ottengono dall’oro nero rispettivamente il 70 e il 57% della loro produzione elettrica. Non è attualmente redditizio invece usare il fotovoltaico per sostituire il gas. Oltre che per l’elevata insolazione, anche la tipologia dei consumi elettrici dell’area sarebbero particolarmente adatti all’uso energia solare: concentrati di giorno e d’estate e legati all’utilizzo dei condizionatori. E se la culla del petrolio diventasse presto uno dei prossimi grandi mercati del fotovoltaico.

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