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Qual è l’atteggiamento delle Regioni nei confronti dello sviluppo delle tecnologie rinnovabili? Dieci anni fa l’entusiasmo era grande e si iniziavano ad installare i primi fotovoltaici e i primi parchi eolici. Negli ultimi tre anni c’è stata poi una vera corsa, sia nel campo dell’eolico che del fotovoltaico. Una corsa spesso non regolamentata, senza regole precise, causata dal ritardo delle Linee Guida nazionali e con una frammentazione delle risposte delle Regioni.

Ora la nuova risposta delle Regioni, successiva alla pubblicazione delle Linee Guida nazionali, è stata quella di definire una propria normativa, spesso estremamente descrittiva, contente un insieme di vincoli di varia natura che possono comportare anche uno stallo nella diffusione degli impianti. Siamo forse all’eccesso opposto, con il rischio di non raggiungere gli obiettivi al 2020.
È importante quindi fare una valutazione partendo proprio dal futuro obiettivo nazionale e sulla base di quelli regionali che il Governo definirà nell’ambito del “burden sharing”. Comprendere, cioè, alla luce di ogni obiettivo regionale in che modo e con quali tecnologie sia possibile raggiungere tali target, e in funzione di questi stabilire quali vincoli andranno rispettati.

Nei prossimi mesi affronteremo quindi una fase molto delicata in cui sarà necessario comprendere il quadro normativo e regolatorio sul quale nei prossimi dieci anni dovranno muoversi gli operatori del settore.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.