Mercato delle emissioni: certificati finti, la truffa continua

Riassegnati a un'industria indiana 2 milioni di CER per un progetto di distruzione dell'HFC-23 congelati un anno fa per indagare sulla bontà dell'iniziativa. Continua la controversia su questi progetti, accusati di far aumentare la produzione di gas serra anziché dimunuirle e che l'Europa propone di bandire.

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La “truffa” dei titoli di riduzione delle emissioni (CER) “fasulli”, che fanno aumentare i gas serra anziché ridurli, continua. I regolatori delle Nazioni Unite nei giorni scorsi hanno sbloccato e assegnato a Navine Fluorine, un grande produttore indiano di gas refrigeranti, 1,34 milioni di crediti nell’ambito del Clean Develpoment Mechanism (CDM). I titoli, che verranno venduti alle nazioni industrializzate che devono compensare le loro emissioni e frutteranno circa 16 miliardi di euro, sono stati guadagnati dall’industria indiana grazie a un progetto per distruggere l’HFC-23, un gas sottoprodotto industriale con potere climalterante 11mila volte superiore a quello della CO2.

I CER da distruzione dell’HFC-23 sono da tempo sotto accusa. Secondo quanto denunciato da Ong come CDM Watch e Sandbag.org, e recentemente constatato anche da agenzie delle Nazioni Unite, hanno l’effetto perverso di far produrre più gas serra e  tengono basso il prezzo dei certificati di riduzione delle emissioni sul mercato, penalizzando così progetti più efficaci. E l’impatto di questi crediti fasulli è tutt’altro che trascurabile: si tratta solo dello 0,8% dei progetti mondiali nell’ambito CDM, ma forniscono e hanno fornito per anni – spiega Sandbag.org – oltre il 60% dei crediti spesi sul mercato europeo delle emissioni (EU-ETS).

Navine Fluorine, le cui azioni in borsa sono aumentate del 6% a seguito dell’assegnazione dei crediti, aveva incassato altri circa 950mila CER il mese scorso per lo stesso progetto. Un sollievo per l’azienda dopo che il board CDM delle Nazioni Unite aveva congelato per un anno questi titoli per indagare a seguito delle denunce di diverse associazioni ambientaliste. Un blocco che aveva messo in seria difficoltà molte industrie chimiche indiane e cinesi: quella citata ad esempio aveva visto le sue quotazioni scendere del 31%. Secondo uno studio della Stanford University, d’altra parte, i produttori di HFC-23, sottoprodotto nel processo per ottenere il gas refrigerante HFC-22, trarrebbero quasi il doppio delle entrate dai CER avuti, distruggendo l’HFC-23 rispetto a ciò che guadagnano vendendo l’HFC-22.

Dal 2005, è l’accusa, molte industrie avrebbero prodotto gas serra in eccesso per il solo scopo di distruggerlo e acquisire così i titoli. Oltre a produrre molto più HCFC-22 rispetto alla richiesta di mercato, avrebbero massimizzato la quantità di HFC-23, introducendo deliberatamente nel processo sostanze ad hoc. Risultato: sul mercato ci sarebbero milioni di certificati di riduzione delle emissioni “finti” che non portano benefici reali alla lotta al global warming, ma anzi sottraggono risorse a iniziative più efficaci.

Una questione politica spinosa poiché si tratta di un giro di denaro miliardario e perché le industrie coinvolte sono situate per la maggior parte in paesi cruciali nella contrattazione internazionale  sulla riduzione delle emissioni, come India e Cina. A questo si aggiunga che la Banca Mondiale – che ha investito nei due più grandi progetti di distruzione di HFC-23 – nega che la distorsione esista e si oppone alla riforma di questo modo di assegnare i CER (ed è per questo duramente criticata dalle Ong del settore).

Lo scongelamento dei CER a favore dell’industria indiana sembra far capire che lo stop a questi crediti controversi non arriverà subito. Diversa invece la musica che arriva dalla Commissione Europea: la proposta, che si voterà il prossimo mese, è di eliminare completamente, a partire dal 2013, i crediti derivanti dalla distruzione di gas industriali dal mercato europeo delle emissioni (EU-ETS). Meglio, secondo la Commissione, finanziare direttamente l’installazione nelle industrie di impianti per distruggere l’HFC-23.


 


GM


 


14 gennaio 2011


 


 

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