Territori ad energia pulita: un’esperienza in Baviera

  • 30 Dicembre 2010

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Sono sempre di più i territori che scelgono di rinunciare alle fonti fossili per diventare energeticamente autosufficienti. Una scelta vantaggiosa ma non facile. La Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi ci parla del caso della regione bavarese dell'Achental che punta a coprire con le rinnovabili locali l'intero fabbisogno energetico entro il 2020.

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Azione dal basso contro il cambiamento climatico: mentre dai negoziati internazionali non arrivano i risultati che si vorrebbero, a livello locale c’è chi ha già iniziato ad agire. Su queste pagine abbiamo già presentato il rapporto della Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) sui territori ad autosufficienza energetica: regioni, comunità o altre realtà che nell’ambito alpino hanno deciso di rinunciare alle fonte fossili e produrre da soli e in modo pulito l’energia (Qualenergia.it, Verso un futuro d’indipendenza energetica). I vantaggi di queste scelte sono chiari: riduzione della fuga di capitali, maggiore certezza degli approvvigionamenti, protezione del clima, investimento in tecnologie promettenti, posti di lavoro e molto altro. Ma gli ostacoli non mancano.

Proponiamo un nuovo intervento della Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi in cui si presenta un esempio concreto di progetto per un territorio ad autosufficienza energetica, andando anche a intervistare i protagonisti. Si tratta della strategia energetica basata su biomasse e biogas nella regione tedesca dell’Achental (immagine nel testo).

Il progetto “Bioenergie-Region Achental” (Bioenergia per la Regione Achental) parte nel giugno 2009 con l’obiettivo di percorrere i primi passi verso l’autosufficienza energetica: entro il 2020 la regione vuole riuscire a coprire l’intero fabbisogno energetico, calore, elettricità e carburanti, con fonti rinnovabili locali. I primi passi consistono nella realizzazione di progetti a scopo dimostrativo per stimolare tra la popolazione la voglia di sfruttare bioenergie. A oggi i portatori del progetto, costituiti dall’associazione dei Comuni “Ökomodell Achental” e dalla società che gestisce l’impianto a biomassa, hanno realizzato l’impianto di teleriscaldamento della località di Grassau accompagnato da un importante lavoro di comunicazione e da attività di promozione turistica e di formazione ambientale per i cittadini.
Ma il cammino che conduce all’indipendenza energetica è ancora lungo e parte dal basso, procedendo a piccoli passi. Il progetto punta allo sviluppo della filiera economica locale legata alle bioenergie e per questo vengono supportate tutte quelle attività che vogliono non solo produrre energia verde, ma che abbiano anche un effetto positivo e duraturo per lo sviluppo complessivo del territorio e per la protezione del clima. Priorità viene quindi data al cippato, al pellet e alla produzione decentrata di biogas.
Ma cosa determina il successo di un progetto del genere? Lo chiediamo al coordinatore del progetto Wolfgang Wimmer.

Quando è nato il progetto “Bioenergie-Region Achental”? E quali sono i vostri obiettivi?

Il progetto nasce nel giugno del 2009, con termine a maggio 2012. Distinguiamo tra obiettivi a breve e lungo termine. Vogliamo stimolare lo sfruttamento delle bioenergie e realizzare a scopo dimostrativo dei cosiddetti progetti-pilota. L’obiettivo a lungo termine è l’indipendenza energetica: l’intero fabbisogno energetico, calore, corrente elettrica e carburanti, entro il 2020, sarà coperto grazie alle fonti rinnovabili.

Come è strutturata l’organizzazione?
Il progetto è coordinato dall’impianto a biomassa Biomassehof Achental GmbH & Co. KG, una filiale di Ökomodell Achental e.V.

Cosa mi dice del finanziamento delle vostre iniziative?
Siamo sovvenzionati con un importo pari a 400mila euro provenienti dal bando “Bioenergie-Regionen” del Ministero federale per l’alimentazione, l’agricoltura e la tutela del consumatore. Noi abbiamo stanziato 50mila euro. Alla fine del progetto la regione dovrà autofinanziarsi.

Quali sono le tre pietre miliari più importanti realizzate finora?
Primo, la costruzione dell’impianto di teleriscaldamento di Grassau. Secondo l’efficace lavoro di pubbliche relazioni. Terzo, la  valorizzazione turistica dei provvedimenti, ad esempio per mezzo di pacchetti mirati proposti ai visitatori per la formazione ambientale.

Quali sono le sfide più grandi? 
Conquistare i soggetti con maggiore potere decisionale, primi fra tutti i consigli comunali. Per realizzare un’iniziativa a 360° occorre un largo consenso. Non sempre è facile trovare alleati validi e realizzatori intraprendenti. Infine, non basta avere delle buone idee, bisogna anche poterle finanziare. Vale a dire: la presenza di fondi influenza positivamente il processo decisionale.

Quali sono le premesse per il successo di un territorio ad autosufficienza energetica? 
Innanzitutto occorre il consenso dei soggetti che hanno potere decisionale, soprattutto dei consigli comunali. Servono poi una solida base e un alto livello di consenso da parte della popolazione.C’è bisogno di un lavoro di pubbliche relazioni ad ampio spettro e molto convincente.

Quali consigli darebbe a una futura regione energeticamente indipendente?
Quello che serve è un’idea. Tutti devono vedere dove porta questo viaggio. Deve essere chiaro quali obiettivi si vogliono raggiungere. Evitare di perdere troppo tempo a discutere e sviluppare i concetti, puntare su obiettivi tangibili a breve termine. Dal successo scaturisce il consenso. E poi occorre creare punti di appoggio locali, soprattutto presso gli organi decisionali.

Per ulteriori informazioni:
www.achental.com (de, it, fr, sl, en)
www.biomassehof-achental.de (de)

 

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