Chi paga la pubblicità (travestita) al nucleare

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L'atomo è in piena campagna promozionale: spot tv e paginoni sui quotidiani. Pubblicità travestita da campagna informativa, realizzata dal "Forum Nucleare Italiano", leggi cioè Enel, Edf e compagnia. E a pagare non è escluso siano anche i contribuenti.

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Il nucleare è in piena campagna pubblicitaria. Una campagna poco trasparente. E noi rischiamo di pagare per farci convincere che il paese ha bisogno delle centrali. Prima è arrivato lo spot TV poi, da domenica 19, una pagina pubblicitaria acquistata sui maggiori quotidiani nazionali. Dietro l’iniziativa una neonata associazione no-profit, il Forum Nucleare Italiano, tra i cui soci figurano Edf, Enel, Gdf Suez, Techint, Terna e Westinghouse e altri non esattamente indifferenti all’affare atomico. È dunque partito a pieno regime il battage pro-atomo annunciato da Berlusconi nei mesi scorsi e già concretizzatosi con varie operazioni velate, come interviste e interventi di esperti pro-nucleare in programmi di infotainment e su riviste patinate.


Un battage che in questa prima fase è travestito da campagna informativa equidistante. Tratto distintivo della strategia comunicativa del Forum – curata dall’agenzia Saatchi & Saatchi – è infatti un’apparente neutralità sul tema e la pretesa di dare informazioni scevre da pregiudizi per aiutare il destinatario a farsi un’opinione e scegliere in libertà se essere favorevole o contrario al nucleare.


Di quanto la neutralità sia solo apparente ci sono può rendere conto anche solo guardano il primo spot televisivo da 30 secondi realizzato: una partita a scacchi nella quale sono di fronte le due tesi di favorevoli e contrari. Ogni pedina mossa sullo scacchiere corrisponde a un pensiero sull’energia atomica. Il bianco e il nero, il sì e il no si affrontano forti delle rispettive domande e certezze.: “Sono contrario all’energia nucleare, perché mi preoccupo per i miei figli. Io sono favorevole, perché tra 50 anni non potranno contare solo sui combustibili fossili… Il nucleare è una mossa azzardata per il paese. O forse è una grande mossa. “Fino all’epilogo in cui si scopre che il giocatore sta giocando con se stesso e si congeda lo spettatore con una domanda: “E tu sei a favore o contro l’energia nucleare? O non hai ancora una posizione?”


Facile vedere il messaggio nascosto: oltre il fatto che l’ultima parola è lasciata sempre al “pro-nucleare”, il “contro” usa le pedine nere, mentre il “pro” le bianche; la voce del “contro” l’energia nucleare è cupa mentre quella “pro” è suadente; Il “contro” trascina le pedine e fa mosse “banali” (sembra anche incerto nei movimenti), mentre il “pro” è deciso e poggia con fermezza i pezzi sulla scacchiera. E così via, per concludere con l’epilogo in cui si scopre che “pro” e “contro” sono la stessa persona (ma il “contro” è più ingobbito…), come a dire: sul nucleare bisogna combattere pregiudizi ed emotività che ci fanno essere irrazionalmente contrari”.


La versione stampata, ossia la pagina a pagamento sui quotidiani ripropone il tema della scacchiera, questa volta proponendo un argomento pro e contro l’atomo in ogni riquadro (il nero è ovviamente sempre dei contrari). Qui le argomentazioni si fanno più dettagliate, ma purtroppo non se ne guadagna in imparzialità. Parlando di gestione delle scorie, ad esempio, una voce si dice preoccupata del futuro, l’altra ribatte che le scorie prodotte sono quanto «una pedina a testa». La replica è che se si sommano le teste non è poi così poco. La voce “pro” conclude il batti e ribatti affermando che però “si possono gestire in sicurezza”. “Peccato che in nessuna parte del mondo, dopo 60 anni di sviluppo tecnologico – e dopo aver ricevuto la quota maggiore degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo energetico dei Paesi Ocse – questo miracolo sia ancora mai stato dimostrato”, commenta Giuseppe Onufrio direttore di Greenpeace che continua: “Seconda bufala: la voce contro ricorda che, per fare a meno delle fonti fossili, ci sono le energie rinnovabili. La voce a favore del nucleare ribatte che tra cinquant’anni potrebbero non bastare. Qui la menzogna è duplice. In primo luogo tra cinquant’anni anche l’uranio estraibile a costi calcolabili sarà agli sgoccioli. In secondo luogo, la possibilità tecnica ed economica di uno scenario energetico totalmente basato sulle rinnovabili non è solo una fantasticheria degli ambientalisti: ci sono analisi di fonte industriale e istituzionale che lo dimostrano possibile almeno su scala europea.”

Insomma, si tratta più di propaganda pro-atomo che di informazione equidistante. E qui veniamo alla questione fondamentale: i committenti di questa campagna, che secondo il Sole24Ore costerà 6 milioni di euro. Chiaramente molti soldi verranno dalle aziende interessate, come Enel, che secondo “Il Fatto” ha messo a bilancio 20 milioni di euro per promuovere il nucleare. Se è legittimo che le aziende dietro al Forum promuovano le tecnologie in cui investono non è corretto che lo facciano mascherando la pubblicità da campagna informativa: è questo il motivo per cui i senatori Ecodem, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, hanno chiesto al Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria di richiamare i finanziatori della campagna ai loro doveri deontologici, mentre secondo il presidente dei Verdi Angelo Bonelli serve un riequilibrio nell’informazione, assegnando pari spazi di comunicazione anche alle forze ecologiste che si oppongono al nucleare.


Infine un aspetto ancora più grave. Trattandosi di una campagna informativa c’è un rischio in più: quello che a pagare finiscano per essere i contribuenti. “Infatti – fa notare Giuseppe Onufrio – le norme in vigore per il nucleare prevedono fondi pubblici per ‘campagne informative'”. Potremmo trovarci di fronte al paradosso per cui si useranno le risorse di tutti per cercare di convincere la maggioranza dei cittadini che ha torto, visto che i contrari al nucleare, secondo Eurobarometro, sono il 55% della popolazione.

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