I mercati più attraenti per le rinnovabili ai tempi della crisi

Il settore mondiale delle rinnovabili si avvia ad uscire dalla crisi con i paesi emergenti ancora più forti, mentre quelli occidentali arrancano. La Cina si conferma il paese più attraeante per gli investimenti verdi, mentre i paesi industrializzati, Italia compresa, perdono terreno. L'ultimo report "Renewable Energy Attractiveness Index" di Ernst&Young.

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Il mondo delle rinnovabili si avvia lentamente verso l’uscita dalla crisi con i paesi emergenti ancora più forti, mentre l’occidente ancora arranca e i paesi più poveri rischiano di restare troppo indietro. Intanto, mentre la Cina diventa ancora più attraente per gli investimenti in fonti rinnovabili, altri paesi industrializzati, come il nostro, perdono appeal. Questa la estrema sintesi dell’ultimo Renewable Energy Attractiveness Index, il rapporto sui mercati mondiali delle rinnovabili pubblicato da Ernst&Young ogni 4 mesi (vedi allegato in basso).

“Un nuovo ordine mondiale”, si fa notare: più forti i paesi del blocco BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), mentre gli Usa perdono posizioni nella classifica dei 30 paesi più attraenti per chi vuole investire nell’energia pulita e dove compaiono nomi nuovi come Corea del Sud, Egitto, Romania e Messico. Quello che sta succedendo è tratteggiato efficacemente nella parte del rapporto che descrive le circostanze economiche di questo quadrimestre (pagine 3-6). Anche se quello delle rinnovabili è tra i settori meno colpiti, si spiega, i paesi dell’Occidente stanno facendo fatica a riprendersi dalla crisi. Specie dove politiche drastiche di riduzione del deficit espongono al rischio della stagnazione economica. C’è ancora difficoltà di accesso al credito che i governi dovranno risolvere quanto prima se si vogliono raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni (80-90% al 2050).

Tutta un’altra storia nei paesi emergenti, Cina in testa: qui la crisi non è stata che “una pausa per prendere il respiro” – spiega il report: l’export di tecnologie verdi rimane molto forte, non mancano i capitali per sviluppare i progetti sui mercati interni e si sta investendo anche in quelli occidentali, sempre però sostenendo le industrie domestiche. A soffrire di più economicamente, spiega la società di consulenza, potrebbero essere i paesi più poveri, specie se arriverà quell’impennata del prezzo del petrolio che in molti prevedono giò per il 2011 (un timore manifestato recentemente anche dalla Intenational Energy Agency. Qualenergia.it, Senza accordo sul clima petrolio alle stelle, parola di IEA)

Le diverse velocità di uscita dalla crisi saranno determinate anche dall’attrattività dei vari mercati delle rinnovabili, sintetizzata nella classifica (pagina 12 e seguenti del documento). Il mercato con più appeal si conferma quello cinese. Nel gigante asiatico infatti oltre al punteggio maggiore per l’attrattività per le rinnovabili in generale (71 punti), sono da record gli indici per l’eolico: rispettivamente 71 e 79 per quello tradizionale e per l’off-shore. Non è un caso se una turbina eolica su due nel mondo nel 2010 sarà stata installata lì: in questo ultimo quadrimestre metà degli investimenti nell’eolico sono stati fatti nel mercato cinese.

Gli Stati Uniti che hanno dominato la classifica da novembre 2006 a maggio 2010 hanno invece perso 5 punti nell’indice globale, arrivando a 66: colpa dell’incertezza politica, dei bassi prezzi dell’energia e della crisi. Da notare che comunque negli Usa quasi tutti i settori hanno ancora ottimi indici di attrattività: ad esempio 75 punti (il più alto al mondo) per il solare a concentrazione, 72 per il solare termico e 70 per il fotovoltaico.
Come detto, poi, nella classifica entrano nuovi paesi grazie alle risorse naturali domestiche, ma soprattutto agli obiettivi e agli incentivi che si sono dati: Corea del Sud (18° posto) Romania ed Egitto (entrambi al 22°) e Messico (25°). Altri invece arretrano proprio per i tagli agli aiuti alle rinnovabili: è il caso della Repubblica Ceca che esce dalla classifica dei 30 paesi più attraenti per le rinnovabili dopo aver tagliato il sussidio al solare.

Infine, la situazione del nostro paese. Anche l’Italia perde posizioni nella classifica di Ernst & Young: è finita la fase ascendente che dal 2007 aveva visto passare il nostro paese dall’8° al 5° posto. Nell’ultima edizione l’Italia, con un punteggio complessivo pari a 61, è stata scavalcata dalla Gran Bretagna, ora al 5° posto, a quota 62 dietro al gruppo di testa (rimasto invariato) costituito da Cina, Usa, Germania e India (a pari merito con 63). Per quanto riguarda il dettaglio delle singole fonti, la più attraente in Italia è il fotovoltaico (con 67 punti terzo mercato più attraente a pari merito con la Cina e dietro Usa e India). Bene anche solare termico (quarta posizione con 59 punti) e termico (terza posizione con 65), siamo sesti con 62 punti per quel che riguarda l’eolico, e abbiamo buoni punteggi per geotermia (65, secondo mercato più attraente al mondo) e biomasse (56, tra i primi 6). 

 

 

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