La Francia congela il fotovoltaico

L'esecutivo Francese decide uno stop di 4 mesi agli incentivi sui nuovi impianti fotovoltaici. Si teme il peso sulla bolletta di un settore moltiplicatosi per 10 in 2 anni. Questo stop mette in seria difficoltà un comparto che ha investito già circa 1,5 miliardi di euro..

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C’è grande insicurezza nel settore del fotovoltaico francese. Il Governo ha messo uno stop di quattro mesi agli incentivi per i nuovi impianti e all’orizzonte si preannunciano nuovi tagli delle tariffe. Una frenata motivata dal fatto che, come ha spiegato il primo ministro François Fillon, lo sviluppo del solare in Francia è stato ” nettamente più rapido del previsto e ciò ha un costo per la collettività e per il consumatore finale di elettricità, dato che si basa su di una tariffa d’acquisto molto favorevole per i produttori”. Da qui la decisione di sospendere provvisoriamente, con un decreto che sarà discusso il 9 dicembre, la registrazione di nuovi progetti superiori ai 3 kW (salvi dunque i piccoli impianti domestici).

EDF, che gestisce allacciamenti e incentivi, fino a marzo 2011 non acquisterà l’elettricità a tariffa agevolata dagli impianti che non abbiano già fatto richiesta con tanto di caparra prima del 2 dicembre. Questi ultimi sono tenuti comunque a entrare in funzione entro 18 mesi dal versamento. Una moratoria che Parigi ha deciso di stabilire in attesa di ridisegnare una politica per il fotovoltaico che ne contenga la crescita. Già due volte nel corso del 2010 le tariffe incentivanti erano state riviste al ribasso. L’ultima variazione è in vigore da settembre, mentre alla fine dello stesso mese è stata dimezzata la detrazione fiscale per i piccoli impianti domestici.

Anche in Francia il peso degli incentivi alle rinnovabili insomma torna la centro del dibattito politico, rischiando di comprometterne lo sviluppo. Il fotovoltaico francese viene da un biennio record in cui la potenza installata è passata dagli 81 MW di fine 2008 ai circa 860 MW previsti per fine anno, in due anni cioè si è moltiplicato di un fattore superiore a 10. Una crescita troppo rapida rispetto all’obiettivo nazionale per il 2020 di avere 5.400 MW installati: una potenza che soddisferebbe circa l’1,2% del fabbisogno elettrico nazionale (mentre ad esempio la Germania punta ad ottenere dal fotovoltaico il 5% già nel 2012). Nella Grenelle Environnement, il piano francese per le rinnovabili, per il fotovoltaico sono previsti 500 MW di installazioni all’anno dunque spaventano i 3.000 MW di richieste di connessione presentate al momento.

L’esecutivo teme per il costo dell’elettricità: l’aumento sulle bollette dei francesi potrebbe arrivare al 3%. Una stima contestata dalle associazioni di categoria delle rinnovabili: per il Comité de liaison des énergies renouvelables (Cler) ed Hespul nel fare le stime è sbagliato considerare le domande di connessione come progetti già in funzione e in realtà il fotovoltaico peserebbe solo per lo 0,75% sulle bollette dei francesi. Bollette che, aggiungiamo noi, sono particolarmente basse rispetto alle nostre per il grande peso del vecchio nucleare nel mix-elettrico: una fonte che ha ricevuto e riceve comunque un fortissimo supporto di denaro pubblico che però viene in gran parte dalla fiscalità generale e non dai contratti di fornitura elettrica.

Negative chiaramente le reazioni delle associazioni di categoria alla moratoria. “Queste misure sono infelici” dichiara Arnaud Mine, presidente del Syndicat des Energies Renouvelables:” è un brutto gioco cambiare le regole ogni 3 mesi” . Pur favorevoli a regole concertate che mettano ordine, gli operatori sono infuriati per il congelamento deciso: secondo Enerplan, altra associazione di categoria la misura “sarà letale per un grande numero di imprese. Le aziende hanno investito circa 1,5 miliardi di euro: così gli si dice che non valgono più nulla”.

D’accordo con l’esecutivo le associazioni invece lo sono su una parte della svolta che l’esecutivo vuole dare al settore: il premier ha annunciato che le industrie del settore saranno convocate dai ministeri di Ecologia e Industria per elaborare un piano per lo sviluppo della filiera in Francia. Obiettivo: ridurre le importazioni dall’estero, Cina in primis, per fare sì che gli investimenti per il fotovoltaico restino per una quota maggiore nel Paese, aumentando i posti di lavoro nel settore, attualmente circa 10mila.

 

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