A chi conviene il nucleare?

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Se non serve a ridurre le emissioni, non ci rende indipendenti dal petrolio, se è rischioso e costa più di altre fonti, incluse le rinnovabili, perché tornare all'atomo? A queste domande risponde il recente e documentato libro di Gianni Mattioli e Massimo Scalia pubblicato da Edizioni Ambiente. Il volume è gratuito su richiesta per i Soci del Kyoto Club.

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 “…L’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, lancia il cuore oltre l’ostacolo: il 70% delle commesse per l’isola nucleare, cioè la parte tecnologicamente pregiata – reattore, impianti di generazione, impianti di controllo e di raffreddamento – sulla quale si concentra circa la metà degli investimenti, verrà affidato a imprese italiane. Le altre potranno buttarsi sull’altra metà della torta, cioè le parti convenzionali (turbine, alternatore, tubature) e sulle opere civili. Nessuno batte ciglio”.


 vspace=Questa frase, tratta dal libro “Nucleare: a chi conviene? Le tecnologie, i rischi, i costi” di Gianni Mattioli e Massimo Scalia (Edizioni Ambiente), della collana Kyoto Books, in collaborazione con Kyoto Club, sintetizza bene il livello, a volte sfacciato, della disinformazione sul ritorno del nucleare in Italia che si sta registrando nel nostro paese soprattutto a partire da quell’accordo del febbraio 2009 tra Enel, Edf e Areva, e benedetto da Berlusconi e Sarkozy.

L’auspicio di Conti di quei giorni sembra non considerare affatto che si sta parlando di una tecnologia che nel nostro paese è stata pressoché abbandonata da oltre due decenni e che può avvalersi solo di qualche competenza nel mercato della componentistica. Ma con l’entrata in campo di un “pacchetto di mischia duro e motivato” (ndr Enel, Edf e Areva) non c’è molto spazio per virtuosismi, tecnici ed economici, né per i dubbi da dare in pasto all’opinione pubblica: si punta decisi a costruire il nucleare di Stato. Anche perché se comandassero le leggi del mercato, il nucleare sarebbe morto e sepolto da un pezzo.

E poiché il nucleare – si spiega nel bel libro di Mattioli e Scalia – “risponde invece a logiche di potere e di vantaggi aziendali, non certo dei cittadini, intrecciate a volontà politiche, il problema è, come si dice, politico“. E dunque il Governo ha fatto e sta facendo il ruolo di apripista, tenendo fuori ogni forma di condivisione sociale.

Non stupisce allora che il club dei nuclearisti sia già operativo, ma ancora non ha risposto pubblicamente e con dati scientifici e documentati, come si fa invece nel volume in questione, ad alcune semplici questioni. Perché investire sull’atomo in Italia, un settore in declino, quando si sa che:
• utilizza come combustibile l’uranio, una risorsa che va comunque acquisita sul mercato estero, scarsa e perciò destinata a divenire sempre più costosa e oggetto di competizione internazionale, da acquisire comunque sul mercato estero;
• utilizza una tecnologia complessa che non mette al riparo da gravi rischi sanitari, non solo in condizioni incidentali, ma neppure nel normale funzionamento di una centrale;
• non ha risolto il problema della chiusura in sicurezza del ciclo del combustibile e dunque, pur potendo garantire pochi anni di disponibilità, aprirebbe il futuro problemi irrisolti e gravi;
• ha costi di produzione del kWh elettrico difficilmente definibili (anche per smantellamento e gestione scorie), e comunque superiori rispetto ad altre fonti energetiche realmente pulite e rinnovabili.

Inoltre il nucleare non serve a contrastare il riscaldamento globale, non ci rende indipendenti dal petrolio e toglie risorse e attenzione all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, obiettivi vincolanti ormai prossimi.

Il libro di Mattioli e Scalia intende rispondere a queste domande analizzando gli aspetti tecnici, economici e sanitari del nucleare e valutando le implicazioni politico-sociali di un ritorno all’atomo e, in alternativa, di una sterzata verso un sistema energetico basato sull’energia solare e rinnovabile.
Interessante in chiusura un racconto di come è nato negli anni pre e post-Chernobyl un vasto movimento antinucleare italiano che è stato in grado anche di dare una forte spinta alla consapevolezza ambientale ed energetica tra i cittadini, alla faccia della “emotività” di quei mesi e anni, spesso citata dai cantori del ritorno dell’atomo.

Nucleare: a chi conviene? Le tecnologie, i rischi, i costi
di Gianni Mattioli, Massimo Scalia
Introduzione di Gianni Silvestrini – postfazione di Marcello Cini

Euro 20, pp. 256 – ISBN 978-88-96238-20-2 – Edizioni Ambiente


Il volume può essere richiesto gratuitamente dai Soci e Sostenitori del Kyoto Club in regola con le quote annuali. Richiesta a: [email protected]
 

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