Detrazioni fiscali, una buona pratica per l’efficienza. Silvestrini a Ecoradio

Esempi di successo di misure incentivanti come il conto energia la detrazione del 55% vanno difesi perché hanno portato risultati concreti e prodotto buone pratiche. Toccare senza criterio questi meccanismi rischia di depotenziarli. L'opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata: 1’30”)

 

Gli incentivi alle rinnovabili e all’efficienza energetica degli ultimi decenni non sempre sono andati a buon fine e questo dimostra che non è semplice spendere soldi nel migliore dei modi.

Esistono, comunque, dei casi esemplari dal punto di vista dei risultati. Il primo è il conto energia per il fotovoltaico, un meccanismo che funziona bene e grazie al quale sono stati realizzati più di 100mila impianti in poco più di 2 anni. Un altro strumento è il 55% di detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, utilizzato già da quasi mezzo milione di famiglie e imprese. Questa è un icentivo che già una prima volta ha rischiato di essere eliminato e che oggi è nuovamente sotto attacco da parte del Governo.

Si stanno proponendo delle soluzioni intermedie come quella di allungare di dieci anni le detrazioni oppure ridurre l’aliquota al 41%. Il grosso rischio è quello di toccare un meccanismo che funzionava bene, depotenziandolo totalmente e, quindi, di renderlo di fatto inutilizzabile.

È necessario perciò difendere questi strumenti con forza come sta avvenendo in questa fase, prendendo come esempio i loro risultati e le buone pratiche che ne sono scaturite.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e Qual Energia, a Ecoradio.

 

22 novembre 2010

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