Emissioni, quel 30% che farebbe bene all’efficienza energetica

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Poiché in Europa siamo molto vicini al meno 20% di riduzioni di emissioni di CO2, innalzare l'obiettivo al 30% di riduzione rappresenterebbe un passo decisivo per dare alle politiche sull'efficienza energetica un ruolo più importante. L'opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 2’15”)

L’Europa è impegnata a raggiungere, entro il 2020, i tre obiettivi del 20%: riduzione di gas serra, fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
Ad esclusione dell’efficienza energetica, solo due di questi obiettivi sono legalmente vincolanti con il risultato che sulle rinnovabili si assiste a uno sforzo da parte di quasi tutti i governi e in parte anche del nostro. Ad esempio l’Italia sta recuperando terreno e quest’anno sarà seconda nel mondo, dopo la Germania, per installazione di fotovoltaico con 1.500 MW, superando Giappone e Stati Uniti.

L’attuale situazione di crisi economico-finanziaria, che ha permesso peraltro una riduzione delle emissioni, va però a scapito soprattutto dell’efficienza energetica, strategia fondamentale per tagliare ulteriormente le emissioni e alzare la quota di rinnovabili.

L’obiettivo del 20% di riduzione delle emissioni risulta ormai facilmente raggiungibile: a livello europeo abbiamo infatti raggiunto già il 17% di diminuzione rispetto al 1990.
Innalzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 dal 20 al 30%, come proposto da Gran Bretagna, Francia, Danimarca e Germania, rappresenta un passo importante senza il quale le politiche di efficienza energetica non avrebbero carburante. Ed è per questo motivo che si sta tentando in tutti i modi di non eliminare in Italia la detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.

Se si portasse al 30% l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra, le politiche di efficienza energetica diventerebbero automaticamente più importanti. Situazione che al momento non si sta verificando e pertanto può risultare più semplice in certi casi tagliare le gambe a questi strumenti utili a raggiungere la riduzioni dei consumi.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

 

10 novembre 2010

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