Un coro per la proroga del 55 per cento

A poco più di due mesi dal termine della detrazione fiscale per gli interventi di efficienza energetica in edilizia, le associazioni di categoria richiedono al Governo di riproporre la misura, rimodulandola ma rendendola stabile fino almeno fino al 2020. Qualche proposta da sottoporre ai Ministri competenti è in preparazione anche dal Ministero dello Sviluppo Economico.

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Continuano gli appelli per il prolungamento della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia, che è in scadenza il 31 dicembre 2010. Sarebbe infatti fondamentale rendere stabile questo incentivo, modulandolo in base alla tipologia del progetto e possibilmente riducendo nel tempo la quota detraibile, per non compromettere gli obiettivi nazionali per il 2020, vincolanti per il nostro paese e, soprattutto, per dare finalmente un po’ di respiro agli investimenti di moltissimi comparti industriali legati all’efficienza energetica, radicati peraltro nel nostro tessuto industriale.

Assolterm e Assotermica, ad esempio, hanno concentrato la loro analisi sulla penalizzazione del solare termico in caso di mancata reiterazione della detrazione. Il settore potrebbe perdere migliaia di posti lavoro (oggi ne occupa almeno 5000 full time e ha un giro d’affari annuale di 500 milioni di euro), hanno spiegato in loro comunicato congiunto. Verrebbe persa l’opportunità di sfruttare le sue potenzialità di produzione annua che le associazioni stimano in 1 GW termico e di raggiungere quell’obiettivo di 1 m2 installato per abitante nel 2020, un target di riferimento per il comparto nazionale. Questo sviluppo potrebbe invece consentire l’occupazione a fine decennio di oltre 150.000 persone.

Tutti gli osservatori comunque hanno più volte ragionato sull’opportunità della detrazione anche dal punto di vista delle Casse dello Stato. Tali analisi ha riscontrato che le entrate, alla fine di ogni valutazione, superano i costi. Se da un parte c’è una riduzione del gettito fiscale per l’erario, per la richiesta di detrazione, e delle alle accise, per la riduzione dei consumi energetici, i benefici si mantengono importanti perché consistono in:

  • aumento del gettito IRPEF per l’incremento del reddito delle aziende e dell’occupazione
  • aumento del gettito IVA
  • anticipo della ritenuta d’acconto del 10% dell’imposta sul reddito (di recente introduzione).

Va detto inoltre che, mentre i benefici sono immediati, i costi sono distribuiti nei 5 anni in cui deve essere divisa la detrazione. Non si può nemmeno escludere dal calcolo il beneficio della mancata richiesta allo Stato della cassa integrazione per i lavoratori messi in mobilità dalle aziende operanti nella produzioni di componenti e servizi. Un evento che sarebbe scontato in caso del taglio del 55%. Non ultimo un altro aspetto che va considerato: le procedure di richiesta della detrazione hanno consentito l’emersione di migliaia di rapporti economici e di lavori eseguiti spesso “in nero“, con conseguenti ulteriori introiti per le casse erariali.

Andrea Molocchi, Responsabile Studi degli Amici della Terra, oltre a evidenziare i benefici economici e sociali della misura ne mette in risalto quelli di ordine sanitario per il contenimento delle emissioni inquinanti, soprattutto in ambito urbano. L’associazione fornisce inoltre qualche numero sulla base dei dati forniti dall’Enea e riferiti ai risultati del 2008, ultimo anno per cui sono disponibili i dati a consuntivo.
Molocchi spiega che se si fa riferimento ad un orizzonte temporale di 20 anni di benefici di risparmio energetico derivanti dai 247.000 interventi del solo 2008, si può a ragione arrivare ad un risparmio energetico di 39 TWh termici (circa 2 TWh l’anno).
Per gli Amici della Terra il risparmio dei costi ambientali riferito agli interventi del solo 2008 ammonta a circa 800 milioni di euro, benefici “spalmati” su 20 anni. Il risparmio per le casse delle Stato risulterebbe di circa 320 milioni di euro (40%), anch’esso fruibile su più anni. Nel grafico i costi ambientali evitati del risparmio energetico per gli interventi del 2008 (in milioni di €). Si tratta di valori stimati sull’arco di 20 anni, attualizzati al 2008, applicando tasso di sconto nominale del 6%. 

Nel complesso dei 4 anni di vita della detrazione (2007-2010) l’associazione stima in circa 2,5 miliardi di euro i benefici ambientali.

Secondo i dati diffusi dalla Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni (FINCO), simili a quelli divulgati dall’Enea, il risultato sarebbe maggiore: in 4 anni la detrazione permesso un ritorno complessivo per il sistema paese di quasi 4 miliardi di euro superiore alla cifra non incamerata dallo Stato. Dati che andrebbero meglio analizzati a consuntivo ma che non spostano il nocciolo della questione: la detrazione fiscale per interventi di efficienza energetica è una misura che non incide sul bilancio statale, anzi esattamente il contrario.

Intanto è on line un appello per la proroga delle detrazioni fiscali del 55% per interventi di riqualificazione energetica in scadenza il 31 dicembre 2010.
Una sorta di lettera aperta, indirizzata al nuovo Ministero per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, e al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui si chiede la proroga dell’agevolazione fiscale. Secondo il Kyoto Club manca tra i destinatari di questo appello il vero responsabile della mancata proroga del 55%, il Ministro Giulio Tremonti, che da sempre ha reso difficile la vita a questo provvedimento (Qualenergia.it, Detrazione del 55%, a costo nullo per lo Stato)
Nella lettera si riporta un altro effetto settoriale della mancata conferma del 55%: il prossimo anno il solo comparto dei serramenti si ridimensionerebbe di circa 1 miliardo di euro (dati UNCSAAL).

Mentre il sottosegretario all’Economia e Finanze, Luigi Casero, si è detto possibilista sulla possibilità di proroga della detrazione fiscale, riconoscendone pubblicamente l’efficacia anche ai fini del recupero di gettito, gli uffici tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico stanno preparando una proposta, da sottoporre ai Ministri competenti, per la proroga della misura e per una rimodulazione che privilegi gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico.

Nota: altri articoli recenti sull’argomento pubblicati da Qualenergia.it:
A rischio quel 55% che fa guadagnare il paese
Un bilancio dell’Enea sul 55%

 

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