La IEA mostra la strada per l’efficienza energetica

Applicando 25 raccomandazioni per l'efficienza energetica, l'International Energy Agency valuta che si eviterebbero 8,3 gigatonnellate di CO2 all'anno, il doppio delle emissioni annuali dell'UE. Ma finora i suggerimenti, già lanciati nel 2008, non sono stati considerati più di tanto. Ora l'agenzia con una serie di manuali spiegherà ai governi come fare, iniziando dall'etichetta energetica per gli elettrodomestici.

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Un giacimento di energia che i governi continuano a sprecare. L’ultimo report dell’International Energy Agency (IEA) torna a pungolare sulle politiche per l’efficienza energetica, che ancora tardano ad essere introdotte in molti paesi. Nel 2008 l’agenzia aveva diffuso un documento (vedi allegato) col quale raccomandava ai paesi 25 misure da introdurre per ridurre gli sprechi di energia: politiche che vanno dall’adozione delle etichette energetiche per gli elettrodomestici, fino agli standard di efficienza energetica per gli edifici e via dicendo. Raccomandazioni che, se tradotte in azioni da tutti, potrebbero far risparmiare al 2030, secondo i calcoli IEA , 8,3 gigatonnellate di CO2 all’anno: circa il doppio delle emissioni annuali dell’Unione europea.

“A due anni di distanza però – ha fatto notare il direttore dell’agenzia Nobuo Tanaka – anche i paesi più attivi non hanno implementato più del 60% delle misure raccomandate.” Anche se le politiche di efficienza energetica sono quelle che riducono le emissioni con minor spesa e spesso hanno addirittura costi negativi (cioè fanno guadagnare) rimangono infatti le barriere legate alla mancanza di know-how e di capacità tecniche che impediscono ai governi di attingere a questa riserva di risparmio.

Nasce da questa constatazione la serie di report IEA “Policy Pathways: Showing the way to energy efficiency implementation now“, di cui per ora è stato presentato il primo. Una vera e propria guida pratica, con un volume per ogni set di misure raccomandate, con cui l’IEA mostra passo-passo ai governo come realizzare le politiche suggerite.

Il primo documento (vedi allegato) spiega, ad esempio, come come stabilire degli standard per l’efficienza energetica degli elettrodomestici, come introdurli nel mercato e come monitorare che vengano rispettati. Nel volume si trovano la descrizione delle esperienze dei paesi che hanno in qualche modo già realizzato queste politiche e si guidano i governi attraverso i passaggi che servono per fare altrettanto. Ad esempio si spiega come costruire il quadro legislativo, come mettere in piedi i laboratori e formare il personale, come stabilire le procedure tecniche per i test e così via.

Un lavoro importante, dato che sono solo 50 nel mondo i paesi che attualmente hanno adottato standard di efficienza per gli elettrodomestici e se solo gli altri seguissero la strada indicata dall’IEA si potrebbero evitare in tempi rapidi 2,2 gigatonnellate di CO2 all’anno. Un risparmio che per di più, secondo lo “scenario blu” dell’Energy Technology Perspectives 2010, è tra quelli che si potrebbero ottenere già sul breve-medio termine (Qualenergia.it, Una rivoluzione energetica alla portata delle economie mondiali).

La serie dei “Policy pathways” della IEA promette di mostrare ai governi le strade per accedere all’immenso giacimento di energia che si può sfruttare riducendo gli sprechi, condizione fondamentale per decarbonizzare il sistema energetico. Di quante siano queste strade e quali potenziali abbiano, ci si può rendere conto nel report “dimenticato” del 2008 nel quale l’IEA dava le già citate 25 raccomandazioni, molte delle quali poi cadute nel vuoto. Con le misure – peraltro non particolarmente radicali – proposte dall’agenzia, come anticipato si risparmierebbero a livello mondiale fino a 8,3 Gton/anno di CO2, il doppio circa delle emissioni annuali dell’Ue.

Adottare standard di edilizia efficiente, come suggerito dall’IEA, ad esempio farebbe risparmiare 1,4 Gton/anno. Mandando in pensione le lampadine ad incandescenza e sostituendole con lampade più efficienti le gigatonnellate di CO2 di possibile risparmio sarebbero 1,2 all’anno. Con le misure suggerite per i trasporti – come adottare standard di efficienza per i carburanti e incentivare l’uso di pneumatici a bassa resistenza al rotolamento – si potrebbero invece risparmiare 1,4 Gton CO2 all’anno entro il 2030. Nell’industria, settore che conta per il 36% dei consumi totali di energia primaria, le politiche raccomandate sono diverse: dall’introduzione di standard di efficienza per i motori elettrici, alla promozione audit energetici e di figure professionali come gli energy manager, al 2030 potrebbero tradursi in 1,6 Gton/anno di emissioni evitate. Insomma le possibilità sono molte e c’e’ da augurarsi che i governi studini attentamente i nuovi “libri di testo” dell’IEA.

Anche in Italia qualcosa si sta muovendo in questa direzione, almeno a livello di scenari, misure e potenzialità. E’ il caso del lavoro recentemente presentato da Confindustria sull’efficienza energetica nel nostro paese (Qualenergia.it, Confindustria punta sull’efficienza energetica).

 

 

 

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