L’espansione dei produttori di celle e moduli cristallini

Le grandi compagnie manifatturiere del fotovoltaico "cristallino" puntano alla produzione di massa. Le aziende cinesi primeggiano nel comparto delle celle grazie a costi più competitivi. Si tende all'integrazione verticale della produzione e a nuove forme di cooperazione. Per celle e moduli i fattori chiave nel breve-medio periodo saranno mercato del silicio e quotazione del dollaro.

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La produzione di celle fotovoltaiche nel mondo per quest’anno dovrebbe raggiungere la potenza di 10,5 MW e nel 2011 dovrebbe essere compresa nel range tra 13 e 14 MW. Dietro questi numeri si sta intanto giocando una accesa battaglia per il predominio mondiale che fa muovere le aziende verso l’integrazione verticale e il miglioramento dei processi produttivi, oltre a puntare su convenienti contratti di lungo periodo per l’acquisizione della materia prima.
Un’analisi su quanto sta avvenendo in questo comparto a livello globale e sulle strategie in grado di rendere sempre più competitive le aziende manifatturiere fotovoltaiche è stata pubblicata recentemente dalla rivista Sun & Wind Energy (n.10/2010 – The battle for supremacy). In questo articolo diamo qualche cenno sulla parte relativa al mercato delle tecnologie mono e policristalline.

Secondo Stefan de Haan, della società di consulenza iSuppli, intervistato dalla rivista, tutte le aziende oggi stanno puntando ad espandersi, ma i produttori asiatici hanno ancora un vantaggio competitivo sui costi di almeno il 15% rispetto alle compagnie europee. In effetti le prime quattro posizioni della top 10 dei produttori di celle cristalline nel primo trimestre 2010 erano cinesi: la Suntech con una quota di mercato dell’8,1% e leader nell’anno 2009 con 704 MW di produzione, seguita da Ja-Solar (7,3%), Trina Solar (5,5%) e Yingli Solar (5,4%).

Una tendenza che sembra emergere negli ultimi tempi è quella della cooperazione fra un produttore di celle e uno di moduli: di fronte ad un rapido aumento della domanda di prodotti e componenti del settore, c’è la necessità di essere molto più vicini ai mercati finali, riducendo così i costi, e al tempo stesso puntare ad avere maggiori capitali da investire.

Mentre nella parte della filiera i costi dell’energia e del lavoro sono quelli più rilevanti, nella produzione dei moduli al silicio cristallino la componente dei costi più importante è quella attinente al trasporto. Ed è anche per questo che essere vicini ai mercati di sbocco resta un vantaggio. L’articolo rileva che in questa parte della catena di valore del settore negli ultimi tempi la grandezza e le quote di mercato dei principali operatori mondiali sono cresciute notevolmente.

Alcuni analisti ritengono inoltre che la oversupply di moduli FV, creatasi negli ultimi due anni, anche grazie a prezzi del silicio molto più bassi rispetto al periodo precedente, potrà equilibrarsi già nei prossimi anni. Fa ben sperare intanto l’impetuosa domanda proveniente dal mercato tedesco (forse 9 GW nel solo 2010) che sta contribuendo a ridurre questo eccesso di offerta.
Sempre secondo iSuppli, i produttori di moduli al silicio cristallino più forti nel primo trimestre 2010 sono risultati Suntech (9,9% di quota di mercato), Sharp (7,4%), Trina Solar (6,8%, Canadian Solar e Yingli (6,7% ciascuno), SolarWorld e SunPower (5,4% ciascuno).

L’evoluzione nel 2011 di questi comparti (celle e moduli) dipenderà dallo sviluppo del mercato del silicio ma anche dalla forza del dollaro, visto che questa materia prima (ad eccezione che nel caso della società tedesca Wacker Chemie) è trattata nella moneta Usa. Al momento con un cambio euro-dollaro attorno a 1,4 e un aumento negli ultimi mesi dei prezzi del silicio del 20% (anche se i prezzi si sono stabilizzati su medie piuttosto basse), e con una domanda in forte crescita, si potrebbe assistere ad un leggero rialzo dei prezzi di celle e moduli.

Sebbene la maggior parte degli analisti non si attende nei prossimi anni nessun collo di bottiglia nella produzione di silicio, altri osservatori come Dirk Morbitzer di Renewable Analytics ritengono che alcuni problemi potrebbero invece sopraggiungere. Questo perché egli stima una domanda di silicio tre volte superiore entro il 2015 e che un adeguamento delle capacità produttive richiederebbe almeno 18 mesi. Se questa sarà la tendenza i produttori dovranno avere chiare le loro intenzioni al più tardi entro la fine del 2012 e forse non sarà così semplice capire la situazione futura in quel dato momento.

 

 

 

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