L’impasse del nucleare italiano. Silvestrini a Ecoradio

Quale futuro per il nucleare in Italia? Sono passati più di due anni da quando il Governo ha sancito il primo atto del ritorno all'atomo. Quali sono i prossimi passaggi? E, soprattutto, ce ne saranno in futuro? L'opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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A che punto siamo con il nucleare in Italia? Sono trascorsi più di due anni da quando il nuovo governo Berlusconi ha sancito il primo atto del ritorno all’atomo. Quali saranno i prossimi passaggi? E, soprattutto, ci saranno nuove posizioni al riguardo?

Nel nostro paese l’Agenzia per la sicurezza nucleare, che sicuramente rappresenta un elemento importante ma meno complesso di altri passaggi successivi come l’individuazione dei siti, ha visto un ritardo di oltre un anno rispetto alle previsioni di legge. Un segno dell’approssimazione con cui l’intera vicenda nucleare viene gestita.

In Italia probabilmente si svolgeranno le elezioni anticipate e, se questo accadrà, sicuramente la questione nucleare cadrà in uno stallo totale. Al contrario, se non si svolgeranno le elezioni, l’attuale Governo avvierà una “campagna di informazione” sul nucleare (in realtà di disinformazione), che punterà a spiegare che non solo l’atomo è sicuro, ma permetterà una riduzione delle bollette elettriche degli italiani.

Questa “campagna d’informazione” è già iniziata con attacchi duri alle rinnovabili. Attacchi che negli ultimi anni sono sempre più evidenti e che puntano a creare nell’opinione pubblica le condizioni per giustificare una riduzione degli incentivi alle rinnovabili, creando così spazio per quelli all’energia nucleare. Perché il nucleare senza incentivi non si farà mai.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

 

13 ottobre 2010

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