Le rinnovabili nel virtuoso Alto Adige

La Provincia di Bolzano conta sulle fonti rinnovabili per oltre il 96,7% della produzione elettrica totale. Merito di una grande disponibilità di idroelettrico, ma anche di contributi in crescita di eolico, fotovoltaico e biomasse. E anche guardando al settore del calore da rinnovabili le politiche dell'Alto Adige sono un passo avanti rispetto al resto del Paese.

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Produce circa il doppio dell’energia elettrica che consuma e la ottiene per il 96,7% da rinnovabili. L’obiettivo di ottenere il 100% dell’elettricità consumata da fonti pulite qui non è fantascienza. Anzi è stato ampiamente superato. E ora si punta ad arrivare entro il 2020 al 100% su tutta l’energia consumata, usi termici compresi. Per una situazione geografica particolarmente fortunata, ma anche per politiche energetiche portate avanti con convinzione, l’Alto Adige nel contesto italiano è una sorta di isola felice delle fonti pulite. Vale la pena dare un’occhiata ai dati sul mix elettrico diffusi recentemente dalla Provincia autonoma (vedi allegato).

Nel 2009 l’Alto Adige ha prodotto 5.995 milioni di kWh, il 2,1% della produzione elettrica netta nazionale. Ha invece consumato circa la metà di quanto prodotto: 2.946 milioni di kWh. Ma la particolarità del mix elettrico altoatesino è il ruolo assolutamente marginale che hanno le fonti fossili: se a livello nazionale le centrali termoelettriche, che in Italia sono per la stragrande maggioranza a gas o a carbone, nel 2009 hanno prodotto il 78,7%, nella provincia di Bolzano le centrali termoelettriche hanno contribuito solo per il 3,4% della produzione.

Un dato ancora più significativo se si ricorda che in Sudtirolo le centrali termoelettriche sono alimentate prevalentemente a gas o a biomasse. Nel solo 2009 ad esempio sono stati 8 gli impianti a biomassa entrati in funzione in provincia, portando il totale a 19, pari ad una potenza installata di 23,3 MW.

A fare la parte del leone nel mix elettrico è, per evidenti motivi geografici, l’energia idroelettrica: lo scorso anno ha dato 5.760 milioni di kWh, ovvero il 96,1% della produzione altoatesina e il 10,9% del totale dell’energia idroelettrica nazionale. Da notare il ruolo crescente di impianti idroelettrici piccoli e piccolissimi,  86 Comuni (dati GSE-Legambiente) con impianti mini-idroelettrici, cioè quelli con potenza fino a 3 MW, per una potenza complessiva di oltre 90 MW e la diffusione di 725 piccolissimi impianti ad uso privato con potenze inferiori ai 220 kW, pari al fabbisogno di circa 64mila famiglie.

Ma anche le rinnovabili cosiddette nuove, ossia fotovoltaico ed eolico, stanno avendo un ruolo crescente nel mix energetico sudtirolese. Il fotovoltaico, dicono i dati della Provincia, è la seconda fonte per produzione dopo l’idroelettrico. La quota di eolico e fotovoltaico è limitata rispetto al livello nazionale soprattutto per l’assenza di grandi impianti – vento e sole danno lo 0,6% della produzione elettrica netta contro il 2,5% nazionale. Sono 1.547 gli impianti fotovoltaici della provincia (quasi la metà installati nel 2009), per una potenza installata, che con una crescita del 18%, nell’anno passato è arrivata a più di 44 MW. Gli impianti eolici sono solamente due, per 3 MW di potenza installata. L’energia prodotta da queste fonti, va ricordato, in Alto Adige è più che quadruplicata negli ultimi 3 anni.

Anche considerando l’intero mix energetico, calore e raffrescamento compresi, e dunque non solo l’elettricità “rinverdita” dalla grande disponibilità di idroelettrico, l’Alto Adige è la zona d’Italia più avanzata per l’energia low carbon. Attualmente soddisfa già il 56% del fabbisogno totale di energia (trasporti esclusi) con le rinnovabili. Obiettivo dell’amministrazione provinciale è di arrivare al 75% entro il 2013 e al 100% al 2020.

Consultando l’ultimo rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambienete (Qualenergia.it, L’Italia dei Comuni rinnovabili) notiamo inoltre che dei primi 15 Comuni in classifica ben 10 sono nella Provincia di Bolzano e sono «Comuni 100% rinnovabili», ossia soddisfano il proprio fabbisogno sia di elettricità che di calore e raffrescamento unicamente con fonti pulite.

In questo rapporto si incontrano moltissime esperienze altoatesine interessanti e risultati significativi peraltro raggiunti in poco tempo. Ad esempio, il teleriscaldamento con impianti da biomassa di provenienza locale è realizzato in 32 Comuni su 116. Impianti che complessivamente riescono a soddisfare il 27% del fabbisogno termico delle famiglie residenti nella provincia (oltre ad energia elettrica per il fabbisogno di oltre 100mila famiglie). Oppure la vasta diffusione del solare termico, che fa di Bolzano, a dispetto della latitudine, la città italiana con più collettori installati procapite. 

Nel dossier Legambiente sottolinea: «La Provincia di Bolzano è quella che in questi anni ha messo in campo le più efficaci e ambiziose politiche e ha disegnato la più chiara prospettiva di innovazione con l’obiettivo di uscire progressivamente dalle fonti fossili». Una strategia praticata – come illustrava a gennaio a Qualenergia.it l’assessore provinciale Michael Laimer (Qualenergia.it, L’Alto Adige dell’edilizia efficiente) – con politiche ad hoc, obblighi in edilizia, contributi a fondo perduto per chi installa impianti. Ma un’azione resa possibile anche grazie ad una cultura ambientale a livello di cittadini ed amministratori locali che in altre parti del Paese sembra invece mancare.

GM

 
2 settembre 2010
 

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