Gli investimenti nelle fonti pulite, sottolinea il report, nonostante la crisi hanno tenuto. Per il secondo anno consecutivo hanno superato quelli in fonti fossili e, come anticipato, in Europa e Stati Uniti più della metà della nuova potenza installata (oltre il 60% nell’Ue e oltre il 50 negli Usa) è venuta dalle rinnovabili. A livello planetario nel 2009 sono stati installati 80 GW di potenza da rinnovabili contro gli 83 delle fonti fossili: con la messa in rete attesa dei grandi parchi eolici cinesi e di altri progetti nelle nazioni emergenti il sorpasso a livello mondiale è imminente. Alla fine dell’anno scorso le fonti pulite sono arrivate a contare per un quarto della potenza elettrica totale installata nel mondo, coprendo il 18% del fabbisogno elettrico mondiale.
Quello che più fa ben sperare sono i progressi rispetto agli anni scorsi. Gli investimenti sono passati dai 30 miliardi di dollari del 2004 agli oltre 150 del 2009. Impressionanti i tassi di crescita di alcune fonti: il fotovoltaico, ad esempio, dal 2000 è centuplicato, mantenendo negli ultimi 10 anni tassi di crescita media del 60%. L’eolico è cresciuto nell’ultimo lustro con una media annuale del 27%, l’etanolo del 20%, il solare termico del 19% (è oggi installato in circa 70 milioni di abitazioni nel mondo). L’industria delle rinnovabili, sottolinea il report, ha attualmente circa 3 milioni di occupati diretti (le biomasse il settore con più posti di lavoro con circa la metà del totale).
Se nel 2005 erano 55 nel mondo i paesi con politiche attive a sostegno delle rinnovabili a inizio 2010 erano oltre 100. Interessante notare poi come l’attenzione per le rinnovabili sia forte anche nei paesi emergenti: 45 dei paesi con politiche di sostegno sono nazioni in via di sviluppo. Più della metà della capacità installata è nei Pvs. La Cina da sola nel 2009 ha installato 37 GW di energia pulita. E le potenze emergenti – Cina, India e Sud Corea in testa – stanno assumendo un ruolo crescente anche nell’industria delle rinnovabili: nel 2009 sempre la Cina ha prodotto il 40% dei moduli fotovoltaici installati nel mondo, il 30% delle turbine eoliche e il 77% dei collettori per il solare termico.
Molti altri i dati contenuti nel rapporto che ritraggono un mondo dell’energia in transizione. Ma i progressi ancora non sono abbastanza veloci, sottolinea il direttore dell’UNEP Achim Steiner nel presentare il lavoro: “Rimane uno scollamento serio tra quello che si sta facendo e quello che la scienza richiede sia fatto da qui al 2020 per evitare che i cambiamenti climatici diventino pericolosi. Tuttavia quello che questi 5 anni di ricerca evidenziano è che questo scollamento non è insuperabile.”