Ipotesi di tariffa incentivante europea

CATEGORIE:

La proposta è del commissario europeo per l'energia Oettinger: una tariffa incentivante europea, per creare un grande mercato e attirare gli investimenti necessari all'industria europea per sfruttare al massimo il potenziale delle fonti rinnovabili. Oettinger chiede inoltre anche di fermare le trivellazioni petrolifere off-shore in Europa.

ADV
image_pdfimage_print
Una tariffa incentivante europea, per far nascere un unico grande mercato dell’energia pulita e attirare quegli investimenti necessari all’industria europea per sfruttare al massimo il potenziale delle rinnovabili è la proposta arriva da Günther Oettinger, commissario europeo per l’energia.

Una dichiarazione fatta proprio in occasione del voto con cui la Germania, patria del commissario, ha deciso i tagli alla tariffa feed-in nazionale per il fotovoltaico. Lo schema di sostegno tedesco, introdotto nel 2000 ha fatto la storia degli incentivi alle rinnovabili, facendo della Germania il leader mondiale del settore. Un’esperienza di successo che secondo Oettinger – riporta l’agenzia Euractiv – andrebbe riprodotta in maniera simile a livello europeo: “abbiamo bisogno di un EEG (l’acronimo della misura tedesca, ndr) a livello europeo”, ha dichiarato il commissario.

Oettinger ha ricordato gli scenari che vedono un’Europa dalla politica energetica integrata e centrata sulle rinnovabili, come quelli pubblicati recentemente da PricewaterhouseCoopers e McKinsey, che prospettano un vecchio continente che nel 2050 è in grado di ottenere il 100% della sua elettricità dalle fonti pulite (Qualenergia.it, Europa, come ottenere il 100% di elettricità da rinnovabili).

Scenari che presuppongono grandi investimenti in infrastrutture energetiche, in primis elettrodotti ad alta efficienza tra Tunisia e Italia, Marocco e Spagna, Spagna e Francia, Italia e Germania. “Per avere investimenti a sufficienza – ha suggerito – forse dovremmo avere un’unica garanzia e un unico prezzo a livello europeo”, ossia una tariffa feed-in unica a livello continentale.

Quella del commissario tedesco non è una proposta nuova: già in passato la Commissione aveva esaminato l’eventualità di armonizzare i vari schemi nazionali di supporto alle rinnovabili. L’ipotesi – discussa anche in un report del 2008 (pdf) – era però stata bocciata per il timore di creare eccessive difficoltà ai vari schemi incentivanti nazionali in quel periodo già in essere.

In Europa sono diversi i meccanismi di supporto alle rinnovabili, e al fotovoltaico in particolare, basati su tariffe feed-in. Se paesi importanti come il Regno Unito hanno introdotto la tariffa incentivante da pochi mesi (Qualenergia.it, Parte l’era del solare anche nel Regno Unito), nei mercati che l’incentivo ha reso più importanti come Germania, Italia e Spagna la riduzione progressiva delle tariffe premianti sta accelerando per adeguarsi al calo nel prezzo degli impianti: appunto è il caso del taglio alle tariffe per il fotovoltaico tedesche e quello agli incentivi italiani, ufficializzato venerdì sera con l’approvazione del nuovo conto energia (Qualenergia.it, Approvati conto energia 2011 e linee guida rinnovabili)

Alcuni giorni fa lo stesso commissario per l’energia si era espresso in favore di un’altra misura che gli Stati membri a suo avviso dovrebbero prendere unitariamente, questa volta non per promuovere le rinnovabili, ma per tutelarsi dai rischi di alcune impianti a fonti fossili. Oettinger infatti ha invitato ad una moratoria europea sulle trivellazioni petrolifere in mare: “Date le circostanze attuali ogni governo responsabile dovrebbe praticamente congelare i nuovi permessi per trivellare, sottoponendoli a condizioni estremamente severe. Una moratoria de facto sulle nuove trivellazioni da tenere finché le cause dell’incidente non siano note e vengano individuate le misure preventive per operazioni come quelle che svolgeva la Deepwater Horizon”, ha dichiarato.

La commissione presidenziale americana istituita per far luce su quanto avvenuto alla piattaforma BP sì è riunita oggi per la prima volta a New Orleans e ha 6 mesi di tempo per trarre delle conclusioni.

Nel frattempo in Europa, sottolinea Ottinger, le cose non possono continuare come prima: “le procedure autorizzative devono richiedere che si dimostri la capacità di gestire eventi critici. Allo stesso modo si deve dimostrare la forza finanziaria necessaria a farsi interamente carico dei danni causati (…). Se sarà necessario non esiteremo ad assumere iniziative legislative nei mesi a venire”. 
 
 
 

 

 

ADV
×