L’elettricità dal solare a concentrazione del Sahara sarà in Europa già tra 5 anni: sempre più vicino a divenire realtà Desertec, il progetto industriale da 400 miliardi di euro che dovrebbe soddisfare fino al 15% del fabbisogno elettrico europeo grazie all’energia solare importata dal Nord Africa tramite elettrodotti ad alta capacità.
Quanto al rischio, paventato da alcuni, che gli elettrodotti intercontinentali vengano usati per importare dall’Africa energia da fonti fossili anziché dal solare, Oettinger risponde che “la questione dovrà essere risolta definitivamente nei prossimi anni”, anche se assicura che è tecnicamente possibile monitorare gli import elettrici per evitare tale possibilità.
Altra obiezione al progetto Desertec sollevata in passato e a cui il commissario risponde, riguarda il timore che il programma finisca per diventare una sorta di colonialismo energetico, sottraendo energia pulita ad economie, quelle nordafricane, che ne hanno un crescente bisogno.
Sull’aiuto che l’Ue darà al progetto, Oettinger ha specificato che questo consisterà soprattutto nel coordinare gli stakeholders, aggiornare la regolamentazione per permettere la circolazione transnazionale dell’elettricità e a finanziare ricerca e studi di fattibilità. La possibilità che la Commissione permetta agli Stati Membri di erogare aiuti economici diretti alle aziende impegnate nel progetto, invece, sarà stabilita solo dopo che le aziende partecipanti al consorzio avranno presentato un business plan dettagliato.
L’interesse per il business legato al progetto è già alto e diverse altre aziende negli ultimi mesi si sono aggiunte alle 12 che nel luglio 2009 avevano formato il consorzio. Quello che manca per fare partire a pieno regime gli investimenti è un quadro normativo che dia una forte spinta alla produzione da fonti rinnovabili nei paesi nordafricani in cui saranno realizzati gli impianti di produzione, per la maggior parte grandi centrali di solare termico a concentrazione.
L’import di elettricità pulita dai deserti nordafricani – che, beninteso, non deve essere visto come un’alternativa al massimo sfruttamento del potenziale delle rinnovabili entro i confini europei – è parte fondamentale di diversi scenari che vedono un’Europa più verde. La roadmap per ridurre le emissioni europee dell’80% entro il 2050, delineata recentemente da un report di McKinsey (Qualenergia.it, Scenari per un’Europa low carbon), ad esempio, lo prevede e sull’import di energia pulita dal Nord Africa punta molto anche un altro scenario, quella di PicewaterhouseCoopers, che prevede che entro il 2050 il vecchio continente soddisfi il 100% del suo fabbisogno elettrico con le energie rinnovabili (Qualenergia.it, Europa, come ottenere il 100% di elettricità da rinnovabili).