Il futuro del fotovoltaico tra reti e tariffe

Per il Gifi-Anie, che rappresenta parte dell'industria fotovoltaica in Italia, a breve sarà importante avere un adeguato e stabile sistema incentivante. Ma nel medio periodo per un forte sviluppo della tecnologia sarà fondamentale mettere mano alla infrastruttura elettrica. Presentati dall'associazione anche i risultati di un sondaggio di opinione sul fotovoltaico.

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Se il nuovo conto energia soddisferà le attese degli operatori con tariffe adeguate all’evoluzione dei prezzi di mercato e gli orizzonti temporali saranno estesi, e se soprattutto verrà eliminato il limite alla potenza incentivabile, il mercato potrebbe aprirsi ad una crescita al 2020 molto importante, intorno ai 15 GW installati al 2020, cioè oltre 12 volte quanto è installato attualmente.

Questa è la posizione di Gifi-Anie, (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) aderente a Confindustria Anie, la federazione delle imprese elettrotecniche, che rappresenta parte dell’industria fotovoltaica in Italia. Una posizione espressa nel corso di un recente convegno organizzato dall’associazione a Milano, dal titolo ‘Il fotovoltaico e la rete elettrica: prospettive per l’industria e soluzioni per il mercato’.
A proposito di potenzialità del fotovoltaico, in una sua recente presentazione ad un workshop, l’ingegner Alex Sorokin, in rappresentanza del Gifi, ricordava come in Italia ci siano 1.500 km2 di tetti, circa 27 metri quadrati per abitante, una superficie pari allo 0,5% del territorio nazionale. Occupando appena il 10% della superficie di questi tetti, ad esempio, con impianti solari FV (3 m2/abitante) si potrebbero generare 22 TWh, pari al 7% dei consumi elettrici nazionali (319 TWh nel 2007). Questo è solo un semplice esempio per dimostrare l’inespressa potenzialità della tecnologia allo stato attuale, ma che certamente registrerà forti miglioramenti nei rendimenti negli anni a venire.

L’associazione di categoria ha voluto evidenziare nel convegno di MIlano come un sistema di tariffe incentivanti garantirebbe da qui al 2020, lungo tutta la filiera, almeno 90.000 posti di lavoro e assicurerebbe entrate nelle casse dello Stato, per quanto riguarda l’Iva, per 521 milioni di euro, da sommare ai 156 milioni di euro risparmiati per le emissioni nocive di CO2 evitate, e 1,28 miliardi di euro di riduzione delle importazioni energetiche. La produzione di elettricità fotovoltaica al 2020 secondo lo scenario Gifi consentirebbe la copertura del 5% del fabbisogno elettrico nazionale.
Ma intanto qualche timore è per il presente. “Il 2011 rappresenterà un anno molto importante per l’industria fotovoltaica italiana – ha detto il presidente Anie Claudio Andrea Gemme – il nuovo sistema di incentivazione dovrà rispecchiare i reali andamenti dei prezzi dei componenti e dei sistemi”. “Le molte aziende italiane che si sono affacciate in questo settore dovranno iniziare comunque ad adottare modelli di business flessibili in modo tale da poter far fronte al consolidamento del mercato ed essere nelle condizioni ottimali per guardare oltre i confini nazionali”, ha concluso Gemme.

L’attenzione del Gifi è rivolta comunque soprattutto allo sviluppo delle infrastrutture. “La generazione elettrica da rinnovabili e in particolare quella fotovoltaica non potrà fornire il proprio contributo fintanto che non si attuerà una corretta integrazione di questi impianti nelle reti di trasmissione e distribuzione”. Serve allora la trasformazione delle reti esistenti in apparati ‘intelligenti’, in grado di accogliere l’energia non programmabile e conciliare i sistemi tradizionali di generazione centralizzati con quelli distribuiti, tipici delle fonti rinnovabili, si è spiegato al convegno.
Una delle maggiori criticità per lo sviluppo futuro è che, come sta accadendo per il solare, molte installazioni si stanno realizzando nel nostro paese proprio in aree già congestionate e con una rete di raccolta più debole: ad esempio, al 31 marzo 2010 oltre la metà delle richieste di connessione alla rete per impianti di generazione solari, sia come numero di richieste (55%) che come potenza totale (57%) è arrivata dalla Puglia.

Sempre in occasione del convegno di Milano sono stati presentati da Renato Mannheimer i risultati di un sondaggio commissionato dall’Anie/Gifi all’istituto di ricerca Ispo al fine di conoscere il punto di vista degli italiani in merito all’energia solare, che possono essere così sintetizzati: per il 78% degli italiani gli incentivi per l’energia solare sono un’importante azione per lo sviluppo del Paese; l’89% degli italiani è consapevole che l’energia solare rispetti l’ambiente e per l’86% il fotovoltaico è un sistema di produzione d’energia molto efficiente; il 79% reputa i costi di installazione dei sistemi fotovoltaici ancora troppo gravosi per i singoli individui, mentre l’85% ha paura di perdere eventuali incentivi qualora si verificassero delle modifiche normative.
Dal sondaggio emerge che il 70% degli italiani è a conoscenza del piano di incentivi erogati dallo Stato e, soprattutto, che per il 78% degli intervistati gli incentivi per l’energia solare sono un’importante azione per lo sviluppo del Paese.

La conoscenza del conto energia è maggiore tra gli uomini, i 45-54enni, i laureati e i residenti nel centro e nel nord-est. Per 4 italiani su 5 la presenza di incentivi è rilevante nella decisione di installare sistemi fotovoltaici, tanto che l’80% ritiene che se sparissero gli incentivi sarebbero molto meno interessati a dotarsene.
Agli italiani (72%) il fotovoltaico piace anche esteticamente e a loro avviso non deturpano il paesaggio. Per l’88% degli intervistati la facilità nell’espletare le pratiche burocratiche rappresenta un elemento cruciale per l’installazione di questi impianti, quindi è indispensabile che le pratiche burocratiche per fruire degli incentivi siano molto semplici e snelle, pena la perdita di interesse da parte del consumatore.

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