La bufera dei certificati verdi. Silvestrini a Ecoradio

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Il Governo con una misura della manovra finanziaria affossa il valore dei certificati verdi e mette in gravi difficoltà tutto il settore delle rinnovabili. L'opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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Si è parlato molto in questi giorni del decreto relativo alla manovra finanziaria del Governo che abolisce per il GSE il riacquisto dei certificati verdi in eccesso rispetto agli obblighi previsti delle società elettriche.
Questo divieto sta creando gravi difficoltà a tutto il comparto delle rinnovabili, perché il valore dei certificati in questo modo calerà e soprattutto ciò sta producendo incertezza per il settore. E’ questo l’aspetto più pericoloso: in futuro gli investitori avranno grossi dubbi se investire nel nostro paese.

In Italia sembra non esistere alcuna certezza sul valore di certi provvedimenti. Ad esempio, meno di due anni fa il Governo mise in discussione il 55% della detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici e anche se successivamente fece marcia indietro, creò una notevole turbativa nell’industria e fra gli operatori.
Ci si augura quindi che si faccia marcia indietro anche in questo caso oppure si innalzino gli obiettivi degli obblighi annuali dei certificati verdi per i produttori di energia elettrica.

È tuttavia oggi indispensabile rivedere i meccanismi degli incentivi, auspicando il passaggio a un sistema simile a quello tedesco in cui esiste uno specifico valore per ogni tecnologia. In questo modo si darebbe più certezza agli investitori e al mercato, accrescendo l’offerta di energia verde nel paese.
La bufera dei certificati verdi potrebbe rivelarsi utile in Italia proprio per ripensare i meccanismi di incentivazione per le rinnovabili in vista degli obiettivi 2020.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

 

9 giugno 2010

 

 

 

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