Edilizia, certificazione energetica e ambientale

Qualenergia.it ha intervistato Giuliano Dall'O', del SACERT per fare il punto sulla certificazione energetica in edilizia in Italia e sulla novità dell'intergazione di una certificazione più globale, cioè quella ambientale.

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Ai margini di un Forum sulla certificazione energetica in edilizia in Italia svolto a Solarexpo&Greenbuilding di Verona, Qualenergia.it ha intervistato Giuliano Dall’O’, del SACERT – Ente di Certificazione delle competenze dei Tecnici Certificatori Energetici degli edifici, ma anche docente del Politecnico di Milano, oltre che coordinatore del Gruppo di Lavoro “Efficienza Energetica” del Kyoto Club.

Professor Dall’O’ ci può riassumere la situazione della certificazione energetica degli edifici in Italia?
Le Regioni che sono partite in modo autonomo come Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria mantengono il loro schema. Le altre Regioni, all’indomani dell’approvazione delle linee guida nazionali sulla certificazione energetica, le adotteranno automaticamente. Alcune di queste però hanno già approvato delle regole per la gestione della certificazione energetica, come l’elenco dei certificatori energetici, piuttosto che il catasto e via dicendo. Il fatto nuovo è che molte Regioni nell’emanare queste regole hanno introdotto anche la certificazione ambientale: una certificazione globale che comprende sia gli aspetti energetici che quelli ambientali. Tutte le regioni che hanno approvato queste leggi, come Puglia e Toscana, hanno fatto riferimento al protocollo ‘Itaca’: un sistema di certificazione – risultato di un lavoro che ha coinvolto tutte le Regioni italiane – che conferisce dei punteggi ai progetti tenendo conto delle diverse variabili ambientali. Quindi la novità è che il protocollo Itaca sta diventando lo standard nazionale.

Possiamo dire che si stanno facendo passi avanti verso un sistema omogeneo a livello nazionale? Cosa manca ancora a livello legislativo?
Le norme nazionali sono in fase di completamento. È uscita la UNI/TS parte terza e ora dovrebbe uscire la UNI/TS parte quarta. C’è ancora però un vuoto: manca il decreto che definisca la figura del certificatore, il riferimento nel transitorio è al decreto 115, che però non è completo.
Si dovranno prendere delle decisioni: il Dl 115 dice che può essere un certificatore o un professionista abilitato alla certificazione (architetti, geometri, periti, ecc.) oppure specifiche figure tecniche che però devono essere stabilite dalle Regioni: ad esempio un laureato in fisica può certificare in Piemonte, ma non in Lombardia. C’è un problema di disomogeneità e di sovrapposizione di competenze.

Una situazione che può comportare dei problemi pratici …
Un problema che dovrà essere risolto, ad esempio, è quello relativo agli incentivi per gli edifici efficienti, i cosiddetti eco-edifici previsto dall’ultimo decreto: quando si fa riferimento a “classe A”, “classe B” a quale sistema di certificazione si deve far riferimento? A quelli regionali o alle linee guida nazionali? A mio parere il riferimento dovrebbero essere ai regolamenti regionali, perché di certificazione ce ne deve essere una, non se possono prevedere tante. In effetti ci può essere un problema di diversificazione e difficoltà di interpretazione e pertanto direi che questa disomogeneità dell’applicazione della certificazione in Italia può creare dei problemi. È auspicabile allora che tutte le Regioni convergano verso uno schema unico.
 

 

 

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