Rinnovabili, senza linee guida distorta la concorrenza

L'Antitrust denuncia la disomogeneità normativa che colpisce gli impianti a fonti rinnovabili in Italia, distorcendo la concorrenza. Occorre approvare al più presto linee guida nazionali chiare e trasparenti. In allegato la bozza delle linee guida che sarà discussa alla prossima Conferenza Stato-Regioni.

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La mancanza di linee guida nazionali per le fonti rinnovabili sta distorcendo il mercato e ostacolando in diverse regioni lo sviluppo delle fonti pulite: occorre approvarle al più presto. A intervenire sulla questione è arrivata anche l’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza (Agmc), con una segnalazione inviata nei giorni scorsi a Governo, Parlamento, Regioni e Conferenza Stato-Regioni.
Nel mirino del Garante il caos normativo causato dalla mancanza di un denominatore comune che renda omogenee la varie normative regionali. Un aspetto che, si spiega nel comunicato Agcm, “ha creato contesti normativi significativamente difformi, con ostacoli diretti e indiretti nell’accesso al mercato e ingiustificate distorsioni della concorrenza tra operatori localizzati in diverse aree del territorio nazionale”.

Chi conosce il mondo delle rinnovabili italiane sa bene come la disomogeneità normativa sia uno degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo del potenziale dell’energia pulita nello stivale. Conseguenza della mancanza delle linee guida sono infatti regole difformi da Regione a Regione, a volte incerte perché contestate legalmente dal Governo.

Un esempio dell’incertezza che questo porta al settore? La recente vicenda delle leggi regionali di Puglia e Toscana: qui la Consulta ha accolto le obiezioni di costituzionalità sollevate dal Governo, annullando quei punti delle due leggi in cui si innalzavano i limiti di potenza degli impianti che potevano avvalersi della procedura autorizzativa semplificata. Risultato: impianti già autorizzati che devono rifare in maniera diversa la procedura, incertezza sui destini dei vari progetti e relativo impatto sugli investimenti (Qualenergia.it, Puglia e Calabria, rinnovabili e sentenze della Consulta.)

Insomma, la mancanza di linee guida nazionali si sente e si spera duri ancora per poco: attese da anni, dovrebbero essere all’ordine del giorno della prossima conferenza Stato-Regioni e una bozza è già in lavorazione (in allegato la versione aggiornata al 10 febbraio 2010). Uno schema promosso quasi integralmente dall’Antitrust nella sua nota di sollecito alle altre istituzioni. La formulazione della bozza, si legge, è “coerente con l’obiettivo di rimuovere le restrizioni nell’accesso alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e le difformità esistenti tra le varie situazioni locali nei processi di autorizzazione all’esercizio di tale attività”.

Ma alcuni punti, secondo Agcm, sarebbero da rivedere. Ad esempio, “sarebbe auspicabile che le linee guida contenessero un’indicazione circa l’importo massimo degli oneri istruttori che i Comuni possono richiedere, definendolo non in forma fissa, ma in percentuale rispetto alla produzione annua stimata o alla potenza installata: in questo modo non verrebbero discriminati gli impianti di piccole dimensioni”.

Per incentivare forme di concorrenza tra le diverse possibili localizzazioni sarebbe inoltre “opportuno imporre la trasparenza dei contributi previsti dalle singole amministrazioni”.
Altro appunto fatto da Agcm affinché le linee guide tutelino la concorrenza: la cauzione a garanzia dei lavori per l’eventuale smantellamento degli impianti andrebbe “determinata da soggetti terzi indipendenti, debitamente qualificati, per assicurare che la quantificazione della cauzione risulti effettivamente oggettiva e orientata ai costi delle operazioni necessarie”.
Allo stesso modo anche nella definizione delle misure di compensazione si dettino principi chiari: “il richiamo a criteri oggettivi nella loro quantificazione dovrebbe consentire di evitare restrizioni dell’accesso al mercato e discriminazioni tra operatori presenti in diversi contesti geografici”.

Il messaggio del Garante è chiaro: le linee arrivino al più presto e diano il massimo delle garanzie per avere un mercato nazionale con regole omogenee e trasparenti, in cui gli operatori abbiano certezze e non vengano penalizzati a seconda delle dimensioni della società o del contesto territoriale in cui opera. L’unica strada per realizzare a pieno il potenziale dell’energia pulita italiana, cosa essenziale per il raggiungimento dell’obiettivo Ue 2020.

GM

21 aprile 2010

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