I segnali che avvertono del clima che cambia. Silvestrini a Ecoradio

Fenomeni come quelli che si stanno verificando a livello locale e sugli ecosistemi sono chiare spie del riscaldamento climatico ormai in atto a livello globale. L'intervista di Ecoradio a Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e di QualEnergia, su eventi climatici, ecodiplomazia ed economia verde. Ascolta audio.

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La drastica riduzione della nebbia in Pianura Padana (30-35% negli ultimi 20 anni) e in altre zone del mondo, accompagnata da un aumento della temperatura media del pianeta e da oscillazioni di temperatura fuori dai valori medi, rappresentano – secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club in un’intervista a Ecoradio – dei segnali che dimostrano che il cambiamento climatico sta avendo un impatto negativo su molti ecosistemi del nostro pianeta.

Questi fenomeni, così lo scioglimento dei ghiacciai, sono elementi che spiegano come, a prescidere dalle tendenze di lungo periodo e dall’elaborazione di modelli di simulazione, qualcosa sta veramente cambiando in modo irreversibile.
Si pensi, per esempio, allo scioglimento dei ghiacciai alpini tra il 1985 e il 2000 o alla gravità della situazione dei ghiacciai della Groenlandia, dove la quantità di ghiaccio fuso è passato da 90 km2 a 224 km2 dal 1996 al 2005, provocando un innalzamento del livello del mare da 1,5 mm a 3 mm negli ultimi anni.

Silvestrini fa notare come la gravità di questi macro-fenomeni sottolinei la necessità di un immediato intervento senza il quale non solo cambierà drasticamente l’equilibrio climatico, ma gli effetti di questo cambiamento saranno catastrofici.

Ma un segnale positivo dal basso c’è. “Va sottolineato che, malgrado le difficoltà nel trovare degli accordi a livello internazionale e nonostante la crisi economica in atto, la green economy rappresenta oggi un terreno fertile da coltivare”, ha detto Silvestrini a Ecoradio. “Basti pensare ai 37.500 MW di eolico installati nel mondo solo nel 2009(31% in più rispetto all’anno precedente) che producono elettricità come 12 centrali nucleari”.

 

24 febbraio 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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