Il giro d’affari delle rinnovabili

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Anche la green economy ha accusato la crisi dell'anno appena concluso. Gli investimenti sono calati, anche se meno rispetto al resto di altri comparti economici. Il fatturato delle rinnovabili però continua a crescere, con l'eccezione del fotovoltaico a causa del notevole calo dei prezzi dei moduli. Un report di Clean Edge.

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La recessione del 2009 non ha risparmiato la green economy, ma l’ha colpita meno di altri settori. Le rinnovabili continuano a registrare crescite a due cifre delle rendite, anche se il fotovoltaico ha subito una contrazione del 20% nel fatturato, la prima in 10 anni, dovuta alla forte riduzione dei prezzi di celle e moduli. Nonostante un calo negli investimenti rispetto al 2008 le energie pulite restano il settore traino per uscire dalla crisi: nei prossimi dieci anni il giro d’affari crescerà del 134%. È il quadro che emerge da Clean Energy Trends 2010 (vedi allegato), lo studio annuale sugli investimenti verdi redatto dalla società di ricerca californiana Clean Edge.

Nell’anno appena concluso gli investimenti in energie pulite sono calati di oltre il 6%, passando dai 155,4 miliardi di dollari del 2008 a 145,3. Ma negli altri settori è andata peggio, tanto che la quota relativa dei capitali scommessi sulle rinnovabili è cresciuta: negli Usa dall’11,4 al 12,5% dell’intero settore energetico (a livello globale secondo un altro report, quello del Pew Charitable Trust, gli investimenti in petrolio e gas sono calati del 19%.)

Nonostante il calo del 6% negli investimenti, però, la crescita delle rinnovabili continua. Eolico, biomasse e fotovoltaico nel complesso hanno visto un giro d’affari in aumento dell’11,4%, per un totale di 139 miliardi di $. Ciò a dispetto della contrazione del fatturato del settore fotovoltaico: sceso di oltre il 20%: da 38,5 miliardi di $ del 2008 a circa 31. Il motivo principale del calo, il primo dal 2000, è il prezzo dei moduli che è passato da una media di 7 $/Wp del 2008 a 5,12 $/kWp, con il caso limite di 1 $/Wp per quelli a film sottile. Nel 2009 il nuovo installato è comunque arrivato a circa di 6mila MW (6 volte il dato di 5 anni fa) e la previsione di Clean Edge è che il fatturato del settore passi dai 31 miliardi di $ del 2009 a 98,9 nel 2019, nonostante un prezzo medio al watt che per quell’anno Clean Edge prevede sarà sceso a 2,11 $/Wp.

Non ha subito interruzioni nell’anno appena alle spalle, invece, l’espansione di eolico e biomasse, cresciuti nel fatturato rispettivamente fino a 63,5 e a 44,9 miliardi di $ . Il 2009 è stato l’anno del record di nuove installazioni da eolico: 37.000 MW. Quanto alle previsioni a dieci anni elaborate dallo studio, al 2019 il giro d’affari dell’eolico salirebbe fino 114,5 miliardi di dollari (con un costo del kW eolico a quella data che scenderà a 1,5 milioni di dollari per MW), quello delle biomasse fino a 112,5, mentre il fatturato delle rinnovabili nel complesso crescerebbe del 134%, arrivando 325,9 miliardi di dollari.

L’energia pulita – si legge nel report di Clean Edge – resta il settore trainante dell’economia e lo testimoniano gli ingenti investimenti arrivati con i pacchetti stimolo: 100 dei 787 miliardi di $ del pacchetto Usa, 84 nel pacchetto sud coreano, il più “verde”. E poi quelli del gigante cinese, che nei prossimi dieci anni dovrebbe riversare nelle energie pulite dai 440 ai 660 miliardi di $. Proprio la Cina sta confermando il suo ruolo di leader mondiale della green economy: oltre un terzo delle nuove installazioni eoliche (13 dei 37 GW del 2009) è avvenuta nel paese asiatico, leader anche nella produzione di impianti per il solare termico e il fotovoltaico (Qualenergia.it, Investimenti in rinnovabili, la Cina supera gli Usa).

Quanto ai titoli della green economy quotati in borsa un’idea viene da tre indici significativi: il CELS che segue le società statunitensi attive nell’energia pulita, il QWND che monitora le aziende dell’eolico a livello mondiale e il QGRD che tiene d’occho le prestazioni delle società attive nelle smart grid. Tre indici che erano schizzati verso l’alto nel 2007 (rispettivamente +75, +67 e +34%) e che nel 2008 e 2009 hanno continuato la crescita seppur rallentandola: +64, +54 e +43% nel 2008 e +44, +38% e +49% nel 2009.

GM

 
1 aprile 2010

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